Due giorni gara avvincenti e ricchi di colpi di scena hanno onorato al meglio possibile il ritorno della gara nel Campionato Italiano Rally, fornendo molte indicazioni tecniche e sportive, buone ad argomentare le vicende stagionali. Ritirato Campedelli, al secondo posto si è piazzato Scandola (Skoda), al terzo Crugnola (Ford). La gara regionale è andata al livornese di Cecina Riccardo Parri (Peugeot 106 rally).Il prestigioso albo d’oro del Rallye Elba si è arricchito di una grande firma, quest’anno, quella del dieci volte Campione d’Italia Rally Paolo Andreucci, che ha vinto oggi l’edizione del ritorno della gara alla titolazione tricolore dopo 25 anni.
Il pilota ufficiale di Peugeot Italia, con la sua 208 T16 R5, affiancato da Anna Andreussi, aveva già corso in passato all’Elba per due occasioni nel 1993 (anche allora “ufficiale” di Peugeot Italia) ed ancor prima nel 1988 (nel Trofeo Fiat Uno) e stavolta ha ricominciato a scrivere il romanzo della gara con un successo che potrebbe rivelarsi assai pesante per l’economia del suo campionato, avendolo fatto ulteriormente allungare sulla concorrenza.
Concorrenza che soprattutto nella figura del romagnolo Simone Campedelli ha registrato ancora una battuta a vuoto, con un’altra uscita di scena del pilota della Ford per il secondo errore consecutivo dopo quello della Targa Florio ad inizio mese. Campedelli, andato al comando dalle prime battute di gara, aveva finito la prima giornata davanti a tutti, per poi alzare bandiera bianca durante la sesta prova (la seconda odierna) per aver danneggiato una ruota posteriore, lasciando via libera al rivale, che da parte sua ha compiuto un altro significativo balzo in avanti verso lo scudetto.
Al secondo posto, ha poi chiuso l’ufficiale Skoda Umberto Scandola, con la Fabia R5. Il veronese, affiancato da D’Amore, ha tratto il massimo dalla gara elbana, che ha affrontato per la prima volta ed anche con l’incognita degli pneumatici D-Mack che sta sviluppando. Scandola ha mantenuto un ritmo di vertice, concentrato però a tenersi lontano dai guai. La tattica ha funzionato, e seppur in sofferenza nelle prime fasi di gara, a causa del grande sottosterzo, e poi per un piccolo problema ai freni riscontrato nella prima metà della seconda giornata di gara, l’alfiere Skoda ha incamerato una preziosissima seconda piazza assoluta.
Divertente ed entusiasmante si è rivelata la lotta per l’ultimo gradino del podio, un duello a tre tra il pavese Giacomo Scattolon, con al suo fianco Paolo Zanini (Skoda Fabia R5), Andrea Nucita, in coppia con Marco Vozzo (Hyundai i20 R5) e Andrea Crugnola, assieme a Danilo Fappani su Ford Fiesta R5.
Tutti e tre i contendenti hanno vissuto le loro disavventure nel corso dei due giorni di gara. Il primo ad incontrare la malasorte sul proprio cammino è stato Andrea Nucita: il siciliano, recente vincitore alla Targa Florio, ha pagato dazio subito in avvio, incappando in una foratura sulla prima “piesse” che lo ha attardato di oltre un minuto, costringendolo ad una gara in totale rimonta e sempre con il coltello tra i denti.
Giacomo Scattolon, invece, si è reso protagonista di un’incomprensione con gli addetti alle bandiere nel corso della prova spettacolo, che aveva comportato, per il pilota di Voghera, il percorrere un giro in più del percorso ed una penalità di 30”. Dopo un consulto con la direzione gara, si è arrivati alla decisione di ritirare la penalità ed assegnargli il tempo fatto segnare al termine del secondo giro, naturale conclusione della prova, reinserendolo quindi nei quartieri alti della classifica.
CLASSIFICA FINALE (top ten): 1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16 R5) in 1:40’49.1; 2. Scandola-D’Amore (Skoda Fabia R5) a 30.2; 3. Crugnola-Fappani (Ford Fiesta R5) a 54.8; 4. Michelini-Perna (Skoda Fabia R5) a 1’27.3; 5. Testa-Bizzocchi (Ford Fiesta R5) a 2’28.9; 6. Scattolon-Zanini (Skoda Fabia R5) a 2’39.1; 7. Bettini-Acri (Ford Fiesta R5) a 3’21.2; 8. Panzani-Pinelli (Ford Fiesta Evo II R5) a 3’31.1; 9. Dalmazzini-Ciucci (Ford Fiesta R5) a 3’45.7. 10. Pollara-Princiotto (Peugeot 208 T16 R5) a 3’48.1.