Dakar 2017 – 3008 DKR. Peugeot e il centro della Leggenda

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Le quattro, nuove Peugeot 3008 DKR, hanno lanciato la prima difesa del Titolo. L’anno scorso erano accompagnate dalla curiosità, oggi sono una micidiale certezza, ricchezza agonistica della Dakar più “inquietante” del secolo.

Asuncion, 1 Gennaio 2017. Buon Anno, d’accordo, ma state attenti. Lo scorso anno le Peugeot che emergevano dal clamore di una storia lampo erano accompagnate dalla curiosità dell’impegno e dall’aura di leggenda di un Storia vincente ma lontana. Oggi le 3008 DKR che succedono alla 2008 DKR sono lo spauracchio di una Dakar profondamente segnata dal dodicesimo successo di Stephane Peterhansel, dal fascino intransigente e puro dell’aggressività di Carlos Sainz e dalla spietata violenza dell’azione di un Sébastien Loeb ancora e sempre rivelazione. E non basta, perché la Dakar numero 39, tante ne contiamo anche noi perché quella annullata del 2008 ha il pregio di aver trasportato il sogno dell’Avventura in Sud America, è il terreno di caccia della nuova consapevolezza di Cyril Despres, cinque vittorie quando correva in Moto e l’imperativo di confermarsi Campione universale.

L’evoluzione tecnologica della specie assorbe quasi del tutto, oggi che la vigilia del Rally “più duro del Mondo” è consumata con il podio di partenza di Asuncion, l’impeto della passione sportiva. Le nuove Peugeot 3008 DKR evolvono direttamente dalla 2008 DKR, la Macchina-sensazione che in due sole stagioni, un record pressoché inimmaginabile nella storia della Dakar, ha bruciato le tappe e ottenuto un successo tanto chiaro e “spietato”, quanto inatteso. La nuova 3008 eredità l’efficacia del Progetto due Ruote Motrici e propone un ventaglio di novità e miglioramenti che, se non più per la sorpresa, non possono che tornare a sbalordire.

Così è nella legge travolgente dell’affermazione e della superiorità sportiva. Il “nodo” dell’avantreno è stato definitivamente sciolto nell’evoluzione rivoluzionaria della 3008 DKR, i dettagli di implementazione di potenza e coppia, ma soprattutto di erogazione, trasformano la sibilante potenza del tre litri V6 Bi-Turbo in un’arma affilata e micidiale, e il traguardo dell’evoluzione vincente riporta alla piena efficacia l’aerodinamica che sottolinea le linee del design Peugeot. Immaginate una Macchina da Corsa che è migliorata tanto in fretta da lasciare per strada alcuni dettagli, e che torna sulle orme della propria vittoria con la rifinitura totale di ogni sua parte vincente. Questa è la 3008 DKR schierata oggi dal Team Peugeot Total, un’arma totale cui mancherà soltanto l’atout dell’effetto sorpresa.

Ma qualcosa è cambiato, nel raddoppio della Leggenda. Prima è stata l’epopea delle 205 e 405 Grand Raid, le Macchine invincibili che hanno dominato la scena della Dakar e del Rally-Raid dal 1987 al 1990, senza interruzione. Venivano da una Leggenda e sono evolute ancora nel prosieguo di un’Avventura considerata infinita. E poi è stata quella che domani considereremo una Leggenda di oggi, le 2008 DKR vincenti nel lampo inimmaginabile di due soli anni di esperienza che evolvono nella forma della nuova 3008 DKR.
La nuova Macchina va nelle mani di quattro equipaggi che non si è potuto definire diversamente che riferendosi alla retorica del “Dream Team”. Scusate. Eccoli: Stephane Peterhansel-Jean-Paul Cottret, 3008 DKR #300; Carlos Sainz-Lucas Cruz, 3008 DKR #304; Cyril Despres-David Castera, 3008 DKR #307; Sébastien Loeb-Daniel Elena, 3008 DKR #309.

E il Team Peugeot Total, 80 persone guidate dal Direttore del progetto Bruno Famin, porta la Leggenda della 3008 DKR al Teatro della 39ma Dakar Paraguay-Bolivia-Argentina, 8.800 chilometri di cui oltre la metà di Prove Speciali, tre Capitali e dodici tappe, una sola giornata di riposo, a La Paz, il lancio inedito da Asuncion e l’epilogo ormai “storico” di Buenos Aires, il 14 Gennaio. Due i capitoli fondamentali dell’impegno che Marc Coma, l’ex Campione della Dakar e ora Direttore della Prova, si sbilancia a definire come la “più dura da quando si corre in Sud America”: la settimana in altura in Bolivia, e l’inferno torrido dell’estate argentina. Partiti

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