DAKAR 2021 Il punto della situazione a metà gara

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 Punti chiave:

  • 231 veicoli (78 motociclette, 14 quad, 56 auto, 49 veicoli leggeri e 34 camion) dei 286 autorizzati per l’inizio della gara a Gedda sono sopravvissuti a un prologo e sei tappe e sono arrivati ​​al giorno di riposo.Altri 26 veicoli si sono ritirati dalla gara ma rimangono idonei a continuare l’avventura secondo le regole della Dakar Experience, quindi senza comparire in classifica generale.
  • Con il susseguirsi di scenari diversi, i titoli sono ancora in palio nelle cinque categorie, ma gli attuali leader hanno almeno preso qualche vantaggio: Toby Price nelle moto, Nicolás Cavigliasso nei quad, Stéphane Peterhansel nelle auto, Aron Domżała nei veicoli leggeri e Dmitry Sotnikov nei camionapriranno la seconda settimana da capofila.
  • I 23 veicoli della categoria Dakar Classic hanno superato le sfide della prima settimana.Marc Douton e il suo buggy Sunhill sono ancora in testaalla gara di regolarità.

 

Moto: Price al comando con un margine risicato

Ci sono ancora una dozzina di piloti in lizza per la vittoria finale quando la Dakar 2021 è al giro di boa, con solo un quarto d’ora a racchiudere i dieci di testa. Il campione in carica Ricky Brabec è tredicesimo assoluto, ma i soli 19 minuti di distanza dal leader lo rendono ancora un potenziale pretendente per la seconda settimana. Brabec ha conquistato il prologo, ma ha poi commesso una serie di errori di navigazione nelle prime tappe, perdendo terreno. È comunque riuscito a mantenere contatto con la testa della corsa e a gestire bene, finora, le gomme a disposizione. Ilcampione 2016 e 2019 Toby Price guida la classifica generale grazie alla freddezza e lucidità con cui è riuscito a gestire le tappe della prima settimana, mentre gli altri concorrenti hanno faticato. Dietro all’Australiano i due piloti Honda Kevin Benavides e “Nacho” Cornejo sono in agguato a soli 2’16” e 2’57” rispettivamente, pronti ad approfittare di ogni eventuale errore. L’Argentino si è prodigato in una performance eroica nella quinta tappa da Riyadh ad Al Qaisumah, quando ha conquistato la giornata nonostante il naso rotto e la caviglia acciaccata rimediati in una caduta sulle dune. Nel contempo “Nacho” sta realizzando una scalata costante ed imperiosa della classifica, dopo essere partito un po’ guardingo nei primi momenti.

 

Il quarto pilota Honda Joan Barreda si trova al settimo posto: gli errori di navigazione non sono compensati a sufficienza dalla tre vittorie di tappa che ha già ottenuto, che però portano il suo totale di successi personali a 27. Dopo Peterhansel e Despres, che ne detengono 33, lo spagnolo è il terzo motociclista più vincente della storia della Dakar. Xavier De Soultrait è quinto assoluto grazie alla costanza con cui si è sempre mantenuto vicino alla testa. Il francese della Husqvarna segue Ross Branch nella generale, dopo aver anche vissuto l’ebbrezza di stare in testa per qualche tratto. L’americano Skyler Howes segue immediatamente in ottava posizione. Daniel Sanders ha fieramente sventolato la bandiera Australiana per ben tre volte nella prima settimana grazie ai tre podi ottenuti finora, incluso il prologo. Si trova ora in 12° posizione, a 18 minuti dal connazionale Price e comodamente in testa alla classifica degli esordienti. I grandi esclusi da questa battaglia sono Andrew Short, che è uscito di gara anzitempo per un problema di benzina e Matthias Walker che ha perso due ore e mezza per un problema alla frizione nella seconda tappa.

 

Quad: Cavigliasso in testa, ma non tranquillo

Il trasferimento di Ignacio Casale verso la categoria camion ha lasciato un vuoto di potere e ha incoraggiato una serie di contendenti desiderosi di rimpiazzarlo.  Uno in particolare, Nicolás Cavigliasso, si distingue dagli altri.  L’argentino, che ha saltato l’edizione 2020 dopo aver conquistato la Dakar 2019 con nove vittorie di tappa, è tornato alla sua strada vincente nella terza tappa e da allora ha concluso ogni singola tappa sul podio, anche di fronte alla sfida di dover aprire le tracce.  Eppure era stato Alexandre Giroud a dominare l’inizio della gara, vincendo il prologo e la prima tappa prima di andare a spegnersi progressivamente.  Dopo una serie di problemi meccanici, errori di navigazione e un gregge di pecore sulla sua strada, il francese è al terzo posto assoluto, a circa 45 minuti da Cavigliasso, con un altro argentino, Manuel Andújar, inserito nel mezzo.  Andújar è arrivato quinto nel 2019 ed è andato meglio lo scorso anno, quando un colpo di sfortuna ha infranto le sue speranze di finire sul podio.  A poco più di mezz’ora dal connazionale in classifica generale, Andújar resta una vera minaccia per il titolo, proprio come Giovanni Enrico, quarto a meno di un’ora.  Tuttavia, Pablo Copetti e i seguenti piloti in classifica navigano in acque molto più torbide.  L’argentino-americano ha vinto la seconda tappa, ma un guasto durante la quarta speciale lo ha fatto precipitare in classifica generale, dove ora si trova al quarto posto a quasi 2h30 di ritardo.

 

Auto: un balletto sul filo del rasoio

I concorrenti che erano sul podio nella scorsa edizione della Dakar si sono presentati alla partenza dii quest’anno con la fiducia che deriva dall’essere tra i grandi favoriti. Una settimana dopo quel momento, i protagonisti sono gli stessi ma i suoli sono cambiati. Lottando per adattarsi a quella che chiama “la nuova filosofia del roadbook”, Carlos Sainz ha commesso una serie di errori di navigazione che lo hanno spinto fino al terzo posto in classifica generale, a 40′39″ da Stéphane Peterhansel.  Quest’ultimo è ben consapevole che la vittoria è tutt’altro che garantita almomento del giorno di riposo, anche perché ha solo 5’53″ di vantaggio su un rivale veloce e aggressivo come Nasser Al-Attiyah. Il Qatarino è stato chirurgico come “Peter” per tutta la settimana di apertura, ottenendo quattro vittorie (incluso il prologo) e mantenendo sempre la pressione sul leader della classifica generale. Ha un certo talento nello spingere i suoi rivali fino a quando non si spezzano.  Qualunque sia il meteo sulla via per Neom e poi Jeddah, è lecito aspettarsi che la temperatura della competizione salirà di tappa in tappa.

 

Che fine hanno fatto gli altri piloti che erano visti come possibili outsider all’inizio della corsa?  X-Raid e Toyota hanno solo potuto guardare impotenti mentre Jakub Przygoński sprofondava al quarto posto assoluto a 1 ora e 11minuti di distanza (pur rimanendo in lizza per un posto sul podio), Orlando Terranova ha gettato la spugna nella quinta tappa a causa di un problema elettrico, l’astro nascente  Henk Lategan è uscito dalla Dakar dopo due prestazioni stellari consecutive, Yazeed Al-Rajhi ha rotto il cambio e il cuore nella terza tappa e anche Bernhard ten Brinke è uscito di gara.  Il team Bahrain Raid Extreme crede ancora in Nani Roma (quinto a 1 ora e 37’) per tentare di raggiungere il trio di testa, ma Sébastien Loeb è fuori dai giochi dopo aver commesso diversi errori e aver rotto una sospensione, il che ha significato una notte non programmata nel deserto per  il francese e lo ha fatto precipitare al 45° posto assoluto, 11 h e 34’ dietro al suo vecchio compagno di scuderia alla Peugeot.  Mathieu Serradori ha una storia simile da raccontare dopo essere scivolato al 50° posto nonostante una serie di podi, mentre il suo altrettanto ambizioso compagno di squadra Yasir Seaidan langue al 38° posto. Non tutti riescono a tenere il passo dei più veloci.

 

Veicoli leggeri

La competizione in questa categoria è agguerrita, come dimostra l’elenco dei vincitori di tappa, che presenta sei diversi vincitori in sette speciali (compreso il prologo).  “Chaleco” López è l’unico ex campione in quella lista e l’unico pilota ad aver segnato una doppietta finora.  Dopo aver guidato il rally per quattro giorni, un inconveniente meccanico ha costretto il cileno a cedere il comando ad Aron Domżała, che ora detiene un sottile margine di 4′46″ su Austin Jones.  Mentre Can-Am è saldamente al comando della gara, gli OT3 del Team RedBull hanno fatto due volte la storia nella settimana di apertura: prima con Cristina Gutiérrez, la prima donna a vincere una speciale da Jutta Kleinschmidt nel 2005, e poi con Seth Quintero, che  è diventato il più giovane vincitore di tappa nella storia del rally ieri all’età di 18 anni. Non solo, il “California Kid” è ora terzo assoluto!

 

Camion: Karginov sbaglia, Sotnikov ne approfitta

Andrey Karginov è passato dal conquistare la Dakar 2020 con il pugno di ferro a perdere probabilmente l’edizione 2021 già al primo giorno.  L’equipaggio del russo ha perso oltre un’ora e mezza per un problema meccanico nella prima tappa, abbandonando quasi ogni speranza per il titolo se non per un miracolo.  Tuttavia, Kamaz ha mostrato la forza della sua armata con l’ascesa di Dmitry Sotnikov al posto del compagno di squadra Karginov.  Sotnikov si è piazzato tra i primi 2 in ogni singola tappa, in una dimostrazione di costanza che lo ha portato ad avere mezz’ora di vantaggio dal resto del gruppo in testa alla classifica generale. Dopo il ritiro di Siarhei Viazovich, che è arrivato terzo lo scorso anno, nelle seconde linee scalpitano Avrat Meedev, in cerca di conferme dopo la vittoria della prima tappa e  Anton Shibalov che tenta di capitalizzare i suoi quattro podi in sei tappe e il secondo posto assoluto.

 

La situazione degli Italiani

59 – Tiziano Internò – Moto (Original by Motul / Super Production)

Il pilota bresciano ha dovuto dire addio ai suoi sogni di gloria nella terza tappa, quando un paio di cadute lo hanno messo KO con un polso rotto e varie contusioni. Internò rimane al seguito della corsa per proseguire il suo progetto Rally POV, continuando a raccontare la gara con gli occhi di un pilota.

 

65 – Franco Picco – Moto (Original by Motul / Marathon)

Il veterano del deserto continua la sua cavalcata nell’edizione 2021. Iscritto nella classe Original by Motul, ha digerito bene la prima settimana grazie alla sua esperienza e determinazione. Si trova ora 50° nella classifica generale e 9° nella Malle Moto, a 6’29” dal leader Maurizio Gerini.

 

78 – Cesare Zacchetti  – Moto (Original by Motul / Super Production)

“Ceccare” se la sta cavando egregiamente nell’edizione 2021 e si trova 49° della generalee 8° nella Original by Motul, giusto davanti al connazionale Franco Picco. Zacchetti ha incassato ieri nella sesta tappa una caduta tosta, che gli ha fatto perdere conoscenza ma non gli ha impedito di proseguire. Visitato diverse volte nelle ultime 24 ore dallo staff medico e sottoposto a esami approfonditi all’ospedale di Ha’il, è stato dichiarato idoneo a continuare la gara.

 

90 – Francesco Catanese – Moto (Original by Motul / Super Production)

Il gigante buono ha dovuto dare forfait dopo la quinta tappa, quando ha rotto lo scarico e non è riuscito ad effettuare le necessarie riparazioni per continuare. La prospettiva di passare la notte nel deserto, oltretutto non avendo con sé il pezzo di ricambio giusto, lo ha indotto al ritiro.

 

93 – Lorenzo Piolini – Moto (Marathon)

Se l’è cavata con poco più di un bello spavento Lorenzo Piolini, che nella quinta tappa è incorso in un incidente rocambolesco ed è stato evacuato in elisoccorso. Guidando sul fondo polveroso di un canyon, non ha visto un masso nascosto dalla polvere alzata da un pilota che lo precedeva e lo ha centrato in pieno, capitombolando rovinosamente. Gli esami clinici condotti in ospedale hanno rilevato qualche contusione e l’interessamento di alcuni legamenti (spalla e mani).

 

107 – Giovanni Stigliano  (Original by Motul / Super Production)

Stigliano continua la sua cavalcata nella Original by Motul (19° di categoria) e si difende nella generale (69°), riuscendo a navigare e guidare senza grossi intoppi.

 

123 – Angelo Pedemonte – Moto (Super Production)

Niente da fare per Pedemonte, che si è dovuto arrendere nella seconda tappa dopo l’infortunio subito in un incidente.

 

142 – Maurizio Gerini – Moto (Original by Motul / Super Production)

Il “Gerry” nazionale continua la sua cavalcata trionfale alla testa della Original by Motul. La leadership sul secondo Arunas è risicata (4’24”) ma i due hanno più di 40’ di vantaggio sul terzo inseguitore. È anche 29° nella generale, nonostante un paio di cadute abbastanza toste.

 

207 – Roberto Camporese/Umberto Fiori – Dakar Classic

Camporese e Fiori stanno decisamente trovando quello che andavano cercando: il vero spirito di avventura della Dakar. Un guasto meccanico già nella prima tappa a costretto i due a cercare riparo e aiuto tra la popolazione locale, che in un paio di giorni li ha aiutati a sistemare le noie tecniche. Ricongiunti con la gara a Riyadh, stanno ora continuando la loro cavalcata verso l’obiettivo del podio finale.

 

225 – Luciano Carcheri/Roberto Musi – Dakar Classic

Settimi nella classifica della Classic, Luciano Carcheri e Roberto Musi stanno conducendo una gara encomiabile per costanza e precisione. Superate le prime difficoltà di interpretazione del roadbook e del regolamento della regolarità, i due corrono ora in scioltezza nella parte alta della classifica con poco più di 6000 punti di distacco dai leader Dunton/Etienne.

 

391 – Camelia Liparoti/Annette Fischer – SSV T3

Dopo un inizio di Dakar un po’ al di sotto delle aspettative, il duo tutto rosa Liparoti/Fischer ha ingranato le marce giuste e iniziato a recuperare posizioni. Si trovano ora in 22° posizione nella classifica di categoria nella veicoli leggeri.

 

441 – Ferdinando Brachetti/Rafael Tornabell – SSV T4

L’esordiente Brachetti, guidato dall’esperienza di Tornabell, si sta difendendo alla grande in questa sua prima Dakar. Assimilati i primi errori di gioventù fatti nella prima tappa, ha aggredito le seguenti dune sabbiose con determinazione e ne è uscito a testa alta. Arrivano alla giornata di riposo in 22° posizione nella classifica degli SSV.

 

527 – Paolo Calabria/Loris Calubini/Mauro Grezzini – Camion

La sfortuna ha colpito il team numero 527, con la rottura di una balestra delle sospensioni alla terza tappa e il conseguente ritiro.

 

535 – Giulio Verzeletti/Giuseppe Fortuna – Camion

Nonostante qualche guaio tecnico nelle prime tappe (3 forature, che li ha costretti a cercare nuovi pneumatici in loco) e la partecipazione in “stile male moto” (in totale autosufficienza) l’Unimog della Orobica Raid si mantiene in terza posizione nella classe e 23° nella generale dei camion.