La fabbrica della T-Roc Cabriolet, tradizione Karmann e innovazione Volkswagen

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Disponibile da alcuni giorni sul mercato italiano, il SUV “a cielo aperto” T-Roc Cabriolet è la più recente delle decappottabili Volkswagen a uscire dalla linea di assemblaggio della fabbrica di Osnabrück (Germania). Operativo fino al 2009 sotto l’insegna della Karmann, questo stabilimento ha infatti prodotto in passato tanti modelli Volkswagen di piccola serie, tra cui le scoperte più celebri nella storia della Marca: dal Maggiolino alla Golf, passando per la Karmann Ghia. Il lancio del primo SUV cabriolet della Volkswagen è l’occasione per ripercorrere il passato di questa fabbrica davvero unica.

 

L’anno da cui tutto ha origine è il 1913, quando Wilhelm Karmann registrò il primo brevetto che, alcuni decenni dopo, avrebbe trasformato la sua giovane attività di Osnabrück in un’azienda di respiro internazionale.
I suoi “meccanismi per il tetto ripiegabile”, infatti, avrebbero rivoluzionato la produzione delle automobili scoperte. A quella data, la Karmann aveva già 12 anni di esperienza nella costruzione di scocche per le carrozze e per le prime automobili.

 

Il Maggiolino Cabriolet

Forti di un’azienda tra le prime a costruire automobili decappottabili in Germania, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale Wilhelm Karmann Senior e Junior riuscirono a stringere contatti con la fabbrica Volkswagen di Wolfsburg. Queste relazioni professionali diedero vita a una leggenda su ruote: il Maggiolino Cabriolet. Sviluppato dalla Karmann, questo simbolo della rinascita tedesca venne costruito a Osnabrück su commissione della Volkswagen dal 1949 al 1980. Fino al 10 gennaio di quell’anno, un totale di 331.847 Maggiolini con il tetto in tela uscirono dalla linea di produzione. Fu questo modello a consacrare la reputazione della Karmann come specialista nella costruzione di decappottabili e di modelli di piccola serie.

 

La Karmann Ghia

Quello dei Karmann era un cognome destinato a essere associato a un altro storico cognome dell’auto, però italiano: Ghia. Il sodalizio prese le forme di un modello che la rivista Gute Fahrt (Buon Viaggio, in tedesco), dedicata ai guidatori di Volkswagen, definì nel 1955 “Una delle auto più belle del mondo”. E anche se si trattava “semplicemente” di una coupé sportiva realizzata sulla base meccanica del Maggiolino, le linee eleganti della Karmann Ghia conquistarono sia la stampa specializzata sia gli automobilisti durante gli anni della rinascita economica tedesca. Due anni prima, Wilhelm Karmann Junior aveva mostrato il primo prototipo della Karmann Ghia Coupé (la Typ 14) al Direttore Generale della Volkswagen Heinrich Nordhoff, il quale ne era rimasto subito convinto. L’azienda di Osnabrück ricevette la commessa per lo sviluppo in un modello di serie. Nella primavera del 1955, il primo esemplare uscì dalla linea di produzione, che continuò a funzionare fino al 1974. In totale, furono costruite 362.601 Karmann Ghia Coupé. Dal 1957, alla versione a tetto rigido si aggiunse quella cabriolet, che fino al 1974 fu realizzata in 80.881 esemplari. La Karmann Ghia seppe coniugare l’eleganza dello stile italiano con la solida base meccanica del Maggiolino: nel corso della sua vita, è sempre stata spinta dalla versione più potente disponibile del motore boxer raffreddato ad aria di Wolfsburg. Le prestazioni crebbero dai modesti 30 CV del 1955, ai 50 CV del 1.600 cc nel 1974.

 

L’espansione oltre Wolfsburg

Alla fine degli anni ’60, altri costruttori automobilistici iniziarono ad affidare commesse a Osnabrück, in particolare per lo sviluppo di cabriolet e piccole serie. La Karmann entrò nel mondo del lusso con la produzione della Audi 100 per la Marca di Ingolstadt. Inoltre, insieme alla Volkswagen e alla Porsche, la Karmann sviluppò la “Volksporsche” 914/4, un modello dall’apprezzato design rigoroso, ispirato alla semplicità della Bauhaus e caratterizzato dai fari a scomparsa.

 

I buggy di Osnabrück

In quel periodo, le auto da spiaggia californiane, meglio conosciute come dune buggy, erano il successo del momento. Anche in questo caso, la Karmann aveva precorso i tempi. Già nel 1970 a Osnabrück aveva sviluppato il buggy Karmann GF, ispirato ai modelli Gipsy realizzati per le spiagge della Costa Azzurra francese. Una carrozzeria in plastica fissata sul pianale del Maggiolino Volkswagen: semplice, robusto, facile da lavare e completamente scoperto. Inizialmente furono realizzati pochi prototipi, ma già dall’anno successivo la Karmann iniziò a vendere dei kit da assemblare da sé al prezzo di circa 3.000 Marchi tedeschi. Dal 1977, arrivarono sul mercato esemplari già assemblati, che continuarono a essere venduti fino agli anni ’80.

 

La Golf Cabriolet

Il 1974 fu l’anno dell’atteso successore del Maggiolino: la Volkswagen Golf.
La Karmann, quindi, decise di sviluppare una cabriolet basata sul nuovo modello di Wolfsburg.

 

 

Nel 1976, l’allora Responsabile dello Sviluppo Volkswagen autorizzò l’avvio di produzione ma impose la presenza di un roll-bar tra le due file di sedili: le cabriolet di quel tempo, per poter essere proposte con successo su tutti i principali mercati internazionali, avevano bisogno di un montante centrale, come quello delle Porsche 911 Targa. Questo insolito elemento valse alla Golf I Cabriolet il soprannome di “Cestino di fragole”, di cui il roll-bar sembrava appunto il manico. Questo montante di sicurezza progettato dalla Karmann fu oggetto di accesi dibattiti sin dall’arrivo in commercio nel 1979. Tuttavia, non rappresentò un ostacolo al successo del modello.
In 12 anni, la Golf con il tetto in tela superò il suo predecessore come cabriolet più venduta al mondo. Aggiornata nello stile e sopravvissuta a due generazioni di Golf “chiuse”, la Golf I Cabriolet fu prodotta fino al 1993 in un totale di 388.525 esemplari. Anche la discendente diretta durò due generazioni: fino al 2001, furono oltre
200.000 le unità uscite dalla linea di produzione di Osnabrück.

 

L’ultima Karmann

Gli anni dal 2001 al 2009 segnarono la fine dell’indipendenza della Karmann GmbH. Molti clienti iniziarono a sviluppare e produrre piccole serie all’interno delle proprie fabbriche, così l’azienda di Osnabrück non riuscì a restare profittevole. Il 23 giugno del 2009 fu prodotta l’ultima auto sotto l’insegna Karmann. Già nel dicembre di quell’anno venne fondata la Volkswagen Osnabrück GmbH, che garantì la continuità grazie al trasferimento al Gruppo di Wolfsburg dei più importanti strumenti di produzione e delle competenze nella realizzazione di cabriolet e di piccole serie.

 

La competenza Karmann per il Gruppo Volkswagen

Dopo 10 anni di assenza, nel 2011 è partita la produzione di una nuova Golf Cabriolet basata sulla sesta generazione “chiusa”, rimasta in commercio per cinque anni.
Nel 2012, la Porsche ha trasferito a Osnabrück la produzione della Cayman: la sua configurazione a motore centrale ricorda quella della Volkswagen-Porsche 914, anch’essa costruita in questa fabbrica.

 

Il 17 aprile 2014, la Volkswagen ha avviato la produzione di quella che all’epoca era l’ammiraglia tecnologica del Gruppo: il progetto dell’auto da 1 litro ogni 100 km, la XL1. Rispetto a quelle degli altri modelli, la linea di assemblaggio della XL1 era di dimensioni molto ridotte: quasi più simile a un’officina, che a una fabbrica.

 

La T-Roc Cabriolet

Una storia, quella appena ripercorsa, che si congiunge al presente: il 4 dicembre 2019, è partita a Osnabrück la produzione della T-Roc Cabriolet. Il primo SUV decappottabile della Volkswagen, oggi l’unico modello aperto della Marca, prosegue così la lunga tradizione della fabbrica ex-Karmann nella costruzione di auto con il tetto in tela. L’ammodernamento delle linee di assemblaggio è costato varie decine di milioni di Euro e altri investimenti verranno sostenuti nei prossimi anni.

 

Questo crossover compatto decappottabile coniuga la robustezza e i punti di forza di un SUV con lo spensierato piacere di guida di un’auto scoperta: l’incisivo frontale largo, le linee distintive e le proporzioni attraenti danno vita a un mix originale.

La T-Roc Cabriolet è una 2+2 e si avvale della base tecnica del pianale modulare trasversale MQB, che garantisce grande versatilità e spazio a bordo, a fronte di dimensioni esterne compatte: è lunga 4,27 m, con un passo di 2,63 m. Guidatore e passeggero anteriore sono seduti a 599 mm dalla strada, mentre i passeggeri posteriori a ben 616 mm; il bagagliaio ha una capienza di 280 litri.

 

Fedele alla tradizione di Maggiolino e Golf Cabriolet, anche la T-Roc Cabriolet è dotata di una capote in tessuto nero, a tre strati. L’azionamento elettroidraulico apre e chiude la capote in modo automatico rispettivamente in nove e 11 secondi, anche in movimento fino a 30 km/h. Una volta aperto, il soft top viene ripiegato a zeta dietro i sedili posteriori, con la porzione anteriore che funge da copertura.

 

La gamma della T-Roc Cabriolet è composta da due allestimenti: Style e R-Line. Il primo è orientato al design e offre una dotazione di serie già molto completa: tra gli altri, sono inclusi cerchi in lega da 17”, fari fendinebbia, gruppi ottici posteriori a LED, bracciolo anteriore con porte USB-C, radio Composition Media con schermo touch da 8”, servizi We Connect Plus (1 anno), App-Connect, sensori di parcheggio anteriori e posteriori Park Pilot e volante multifunzione rivestito in pelle. L’R-Line (solo per il motore 1.5 TSI ACT 150 CV) aggiunge contenuti tecnologici e sportivi: offre di serie cerchi in lega da 18”, paraurti e minigonne in stile R, pedaliera sportiva, assetto sportivo, sterzo progressivo con volante sportivo e selezione del profilo di guida. Inoltre, include tra gli altri climatizzatore automatico Climatronic, strumentazione digitale Digital Cockpit, fari anteriori Full LED e supporto lombare elettrico per i sedili anteriori. Le dotazioni standard di sicurezza, per tutta la gamma, includono sistema di monitoraggio Front Assist con funzione di frenata di emergenza City e riconoscimento dei pedoni, cruise control adattivo ACC, frenata anticollisione multipla e assistenza per il mantenimento della corsia Lane Assist.

 

I motori disponibili sono due efficienti turbo a iniezione diretta di benzina. Il tre cilindri 1.0 TSI eroga 115 CV e 200 Nm di coppia massima, mentre il 1.5 TSI con sistema di gestione attiva dei cilindri ACT arriva a 150 CV e 250 Nm. Il cambio manuale a sei marce e la trazione anteriore sono di serie, mentre il cambio a doppia frizione DSG a sette rapporti è riservato al 1.5 TSI ACT. La T-Roc Cabriolet 1.0 TSI accelera
da 0 a 100 km/h in 11,7 secondi e raggiunge 187 km/h di velocità massima, a fronte di un consumo medio WLTP di 6,28 l/100 km ed emissioni di CO2 pari a 142 g/km. Per la 1.5 TSI ACT, i valori sono rispettivamente 9,6 secondi e 205 km/h, 6,41 l/100 km e
146 g/km per la versione a cambio manuale (6,77 l/100 km e 154 g/km per la DSG).

 

La T-Roc Cabriolet è offerta a un prezzo di listino che parte da 29.900 Euro per la versione dotata del 1.0 TSI 115 CV in allestimento Style.