La mobilità aziendale post-COVID 19: proroga dei contratti, sanificazione dei veicoli, down-sizing e minore spinta allo sharing

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Come cambierà la mobilità aziendale post COVID-19? I fleet manager sono pronti a prolungare le durate dei contratti in essere, a ridurre il numero di vetture in sharing aziendale e a promuovere scelte di nuove vetture di dimensioni più contenute. Massima attenzione alla sanificazione dei veicoli.

Sono questi i principali trend contenuti nella ricerca sulla mobilità aziendale post Coronavirus “Le Flotte non si fermano?”, promossa a metà aprile da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende, in collaborazione con Sumo Publishing, i cui risultati sono stati resi noti oggi.

 

La ricerca ha preso in considerazione un campione di 35 fleet e mobility manager di grandi e medie aziende italiane (anche fuori dall’Osservatorio), con un parco totale di 56.240 veicoli. 

 

L’impatto del COVID-19 sulla gestione delle flotte

Un dato certo di partenza: il Coronavirus ha sconvolto anche il lavoro delle aziende e dei gestori delle flotte: solo il 24% del campione ha risposto asserendo che non ci sono stati blocchi dell’attività della propria azienda, mentre il 12% ha dichiarato un fermo totale. Il restante 64% ha indicato uno stop parziale.

 

Evidenti quindi anche le ripercussioni sulla gestione del parco veicoli, con molte auto costrette a rimanere parcheggiate (nel 44% dei casi l’attività del fleet manager si è bloccata, per il 16% totalmente, per il 28% solo in parte), anche se oltre la metà degli intervistati (56%) ha continuato a portare avanti le proprie attività, soprattutto grazie alla formula dello smart working.

 

Le conseguenze sulla car list: proroghe e down-sizing

Interrogati su quali saranno le principali conseguenze sulla car policy della propria azienda, il 61% si è detto pronto a ricorrere (molti lo hanno già fatto) alle proroghe contrattuali; il 12% stima ci sarà una forte riduzione dei veicoli in car sharing, la stessa percentuale prevede il down-sizing delle vetture e un rallentamento dei progetti green. Il numero delle auto in fringe benefit calerà solo secondo il 9% dei fleet manager, mentre per un esiguo 6% la ripartenza non porterà alcun impatto sulle flotte.

 

La nuova sfida si chiama “sanificazione”

Una nuova sfida da affrontare nella cosiddetta “fase 2” riguarderà sicuramente la sanificazione dei veicoli; un tema alla ribalta sin dai primi giorni dell’emergenza e che nelle realtà aziendali riguarda principalmente le auto in pool e in car sharing.

Tre fleet manager su quattro (76% del campione) hanno dichiarato che saranno istituite procedure di sanificazione dei veicoli destinati alla condivisione in azienda. Oltre il 20% le effettuerà dopo ogni utilizzo, la maggior parte settimanalmente.

In generale, si tratta di un argomento che i gestori dei parchi auto stanno approfondendo per fare chiarezza al proprio interno e poter dare risposte certe anche ai driver.

 

Prosegue l’elettrificazione del parco

L’ultimo tema al centro dell’indagine ha riguardato l’elettrificazione (elettrico e ibrido plug-in). Fino a marzo trovare un equilibrio tra l’esigenza di mantenere il giusto mix di motorizzazioni all’interno della flotta e l’adeguamento alla transizione energetica in atto era una priorità assoluta per molti gestori dei parchi auto.

Oggi qualcosa è cambiato.

Un fleet manager su tre è infatti convinto che questo processo di cambiamento subirà un rallentamento: alcune aziende che avevano pianificato l’inserimento in flotta di veicoli elettrici ora si concentreranno al 100% sulla ripresa, con conseguenze ben precise sulla car list.

Sull’elettrificazione resta ancora molto lavoro da fare all’interno delle aziende: significativo è infatti che il 48% dei fleet manager abbia riferito di non aver ancora adottato soluzioni per la ricarica dei veicoli elettrici e ibridi plug-in.

Il cammino proseguirà, ma ora, inevitabilmente, ci sono altre priorità.