L’UNRAE a sostegno della mobilità 2.0

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L’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, ha incontrato oggi a Roma la Stampa e le Istituzioni, per lanciare la sua proposta a sostegno della nuova “cultura della mobilità”, supportata dai risultati della ricerca condotta dal Censis, dal titolo: “Verso una mobilità 2.0: la gestione del cambiamento”.

 

L’auto è oggi un elemento centrale per gli spostamenti degli Italiani e lo sarà anche in futuro. L’evoluzione tecnologica dei veicoli e le nuove modalità di utilizzo aprono scenari importanti per ridurre le esternalità sul fronte della sicurezza e delle emissioni. Per coglierli pienamente, è necessario che anche i soggetti che operano sul fronte della governance (infrastrutturale, ambientale e regolatoria) si sintonizzino sui cambiamenti in atto.

 

L’UNRAE ritiene si debba promuovere una nuova cultura della mobilità che possa consentire il cambiamento della società e contribuire alla creazione di valore sociale condiviso e una possibilità ci viene data dal concetto di championship, proprio come è stata declinata in riferimento alla cultura digitale. I digital champions sono gli “ambasciatori dell’innovazione digitale” e hanno il compito principale di diffondere la cultura digitale e creare interesse ed attenzione sulla materia. “E’ arrivato il momento di concepire la figura del «mobility champion», il promotore della «nuova cultura della mobilità», ha affermato Massimo Nordio. “Chi potrebbe essere il Mobility Champion dell’Italia e svolgere questo compito nel complesso universo dei tanti attori che si occupano a diverso titolo di mobilità?

 

Noi pensiamo debba essere un soggetto terzo, di grande autorevolezza, capace di una lettura davvero sistemica e non condizionata né da ideologismi né da riferimenti agli interessi economici di parte. Un leader in grado di generare awareness, una consapevolezza ampia riguardo ai processi ed alle opportunità in essere, di ampliare i coinvolgimenti, di operare a tutto tondo sul fronte della comunicazione. Un soggetto che sia in grado di alimentare una «nuova cultura della mobilità» scevra da pregiudizi e attenta alla coincidenza tra interessi individuali e collettivi”.

 

Uno dei ruoli principali che andrebbero affidati al mobility champion è quello di “convocazione”, riunire decisori e stakeholder: è infatti fondamentale per guidare la transizione in atto, scongiurando deresponsabilizzazioni, sintonizzando le visioni e, molto concretamente, evitando che l’innovazione avvenga in ordine sparso, riproducendo la frammentazione delle policy attuali.

 

Un ulteriore ruolo può essere individuato nella creazione di “obbligazione sociale” con un’azione di stimolo e coinvolgimento verso una mobilità sostenibile in tutti i sensi. Una “obbligazione” che deve riguardare tutti i soggetti della filiera, i produttori di autoveicoli, i decisori centrali, le amministrazioni locali, le compagnie assicurative, le aziende di trasporto pubblico, i produttori e distributori di carburanti, i soggetti che gestiscono flotte di veicoli, gli utilizzatori dei veicoli e gli utenti dei sistemi di trasporto. “Tra venti massimo trent’anni avremo una mobilità connessa, condivisa e a impatto zero sull’ambiente e sulle persone. Tutto questo non accadrà girando una chiave, ma passerà attraverso un lungo periodo di transizione, dove sarà fondamentale la nostra capacità di fare Sistema utilizzando al meglio le tecnologie disponibili, pianificando le necessarie infrastrutture e orientando le scelte di politica della mobilità verso l’equazione più efficiente per la collettività.

 

In una parola la mobilità 2.0 va accompagnata e, per questo, mi rivolgo in particolare alle Istituzioni, agli altri Componenti della filiera, agli altri stakeholder della mobilità: dobbiamo farlo insieme. Oggi, perché il futuro è già domani”.