Nello scorso hanno in Italia sono state vendute 1.688.000 biciclette, l’1% in più rispetto al 2016. Lo rivela Confindustria ANCMA precisando che si tratta di un dato è un dato di disponibilità interna del mercato ottenuto dalla somma delle biciclette prodotte e importate meno quelle destinate all’export.
Più in dettaglio, il dato di mercato più eclatante, riguarda le e-bike con un deciso segno positivo: 148.000 e-bike, pari a +19% rispetto al 2016, in perfetta tendenza con i dati di tutta Europa. Va di pari passo il dato relativo all’import di e-bike che mostra un aumento nel 2017 del 21% rispetto al 2016.
Lieve flessione della bici normale (-1%) ma meglio che in altri paesi d’Europa (-8/9%) dove ormai si assiste ad un vero e proprio “cambio di bicicletta”. La vendita delle E-bike, per il momento, è a vantaggio solo dei dealer specializzati. La Grande Distribuzione non è ancora pronta soprattutto sul versante dell’assistenza al veicolo e dei servizi post vendita.
Sulla spinta di questo nuovo modo di andare in bicicletta sorprendono i numeri della produzione italiana di E-bike: si passa dai 23.600 del 2016 ai 35.000 veicoli dello scorso anno con un +48%. Si sviluppa una filiera intera di veicoli Made in Italy sia come assemblaggio ma soprattutto come costruzione di motori e componentistica elettrica ed elettronica.
Benissimo infine le esportazioni di e-bike passate da 8.000 e-bike nel 2016 a 19.000 nel 2017 a testimoniare la vocazione e tradizione produttiva italiana nella bicicletta. Un altro dato interessante non è solo quello legato ai dati di produzione di questi sistemi ma anche alla loro progettazione e produzione di brevetti.
Tutto questo restituisce il concreto auspicio di vedere un Made in Italy “elettrico” in grado di confrontarsi ad armi pari e non sleali con la concorrenza internazionale.
Da una prospettiva tecnica di prodotto, le e-bike, EPAC, PEDELEC o semplicemente bici elettriche, sono ormai veicoli che non si distinguono quasi più da una bicicletta tradizionale essendo, ormai, diventati sempre più piccoli i motori e integrate nel telaio le batterie a tutto vantaggio dell’estetica della bicicletta.
La velocità di questi veicoli (25Km/h) rappresenta un buon compromesso per spostarsi nel traffico urbano, soprattutto nelle zone più congestionate dal traffico dove si riduce parecchio il differenziale di velocità con le auto e le moto rendendo più sicura la circolazione promiscua. Inoltre, i sofisticati livelli di erogazione della potenza (250Watt) permettono di scegliere a proprio piacimento quanta fatica fare e questo permette di utilizzare sempre di più la bici in zone montane. La e-Mountain Bike è ormai il segmento di mercato leader indiscusso di vendita, circa il 65% delle vendite. Sono in commercio da quest’anno, non poteva essere altrimenti, anche le bici elettriche da corsa, e-Road, rendendo sempre più ampio il pubblico che può scalare i passi storici del Giro d’Italia senza essere necessariamente un campione. Infine vi è anche un vantaggio sul furto. Se ricordiamo di togliere il computerino che gestisce l’elettronica, la bici diventa inutilizzabile mentre se portiamo con noi anche la batteria risulta insensato rubare un veicolo al quale, successivamente, occorre spendere parecchi soldi per l’acquisto di una batteria in after market.
Sulle biciclette tradizionali registriamo una flessione di circa l’1% che è un dato migliore della generale flessione dell’8/9% del resto d’Europa. A conferma che il panorama e lo scenario dell’utilizzatore della bici sta cambiando e virando verso nuove forme di bicicletta.
L’industria delle due ruote, alla quale ANCMA offre rappresentanza istituzionale, impiega circa 20.000 dipendenti diretti e fattura 5 miliardi di euro. La produzione italiana di biciclette (2,3 milioni di unità) e motocicli (300 mila unità) occupa saldamente il primo posto a livello europeo. Nel nostro Paese operano nel settore circa 5.000 punti vendita e, complessivamente, il commercio di bici, moto, ciclomotori, scooter, componenti e accessori, tenendo conto anche dell’indotto, dà lavoro a circa 60.000 persone.
La diminuzione di vendita di bici tradizionali segna, come conseguenza, la diminuzione dei dati della componentistica di bici che soffre, soprattutto in export, questa flessione di mercato internazionale. L’Export di parti subisce così una flessione in valore in linea con i numeri di mercato europei. La bilancia commerciale del nostro export è in attivo di 63 milioni di euro.
“I dati di mercato 2017 confermano il grande cambiamento in atto degli anni precedenti: le E- Bike stanno cambiando il modo di andare in bici – dichiara Andrea Dell’Orto, presidente di Ancma Confindustria – al punto che in ANCMA abbiamo creato, insieme alle moto a ai quadricicli, un Gruppo Veicoli Elettrici per dare il corretto supporto a questa nuova mobilità. Sono sempre di più gli appassionati delle 2 ruote che scelgono le biciclette a pedalata assistita per muoversi nel traffico urbano e per fare sport soprattutto in montagna. L’agilità e la riduzione della fatica negli spostamenti sono solo due fra gli indicatori positivi di questa crescita sia nella produzione sia nell’export. Con l’avvento delle e-road assisteremo ad una aumento ancora più significativo di vendite grazie alla tradizione degli italiani verso questa bicicletta”.