NASCE TYPE HG, REINTERPRETAZIONE BY CASELANI DELLO STORICO FURGONE CITROËN TYPE G

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Carrosserie Caselani svela il suo nuovo progetto, il Type HG, realizzato su base Citroën SpaceTourer o su base Citroën Jumpy, per rispondere alle esigenze di una clientela che cerca veicoli personalizzati e curati fino all’ultimo dettaglio.

Il nuovo Type HG nasce dopo il successo del progetto realizzato nel 2017 su base Type H, uno dei veicoli più emblematici della storia della Marca Citroën, prodotto dal 1947 al 1981. Un modello dalla fortissima personalità, molto popolare ancora oggi, frequente protagonista nelle manifestazioni di Street Food. Pochi sanno dell’esistenza di un veicolo di taglia più piccola, il Tipo G, il cui progetto iniziò nel 1948, quando la Marca Citroën decise di studiare un modello più compatto e più economico, capace di trasportare 500 kg di merci. Il progetto non si trasformò mai in un prodotto di serie ma rimase a livello di prototipo, e fu sostituito dalla versione Fourgonette della 2CV.

Nel 2017, dall’idea di Fabrizio Caselani in collaborazione con il designer David Obendorfer, nacque il nuovo Type H, una coraggiosa reinterpretazione in chiave moderna degli stilemi dello storico furgone Type H. Realizzato in forma di allestimento e sviluppato con la collaborazione del Centro Stile Citroën fu specificatamente pensato per donare un look retrò al veicolo commerciale leggero Citroën Jumper.

Oggi, al furgone Type H su base Citroën Jumper, si affianca il modello più piccolo, il Type HG, realizzato su base Citroën SpaceTourer per il trasporto persone o su base Citroën Jumpy per il trasporto merci.

Il design di Type HG firmato da David Obendorfer è una rivisitazione rispettosa con il chiaro obiettivo di far rivivere nel 21° secolo le forme dello storico furgone Citroën Type G.

Il Type HG viene assemblato artigianalmente in piccola serie numerata con numerose possibilità di personalizzazione sia per clienti privati che per aziende.

Il nuovo Type HG mantiene completamente, potenziandole, tutte le caratteristiche dei veicoli Citroën su cui viene sviluppato: Citroën SpaceTourer, nel caso di trasporto persone e Citroën Jumpy nel caso di trasporto merci. In particolare conserva le motorizzazioni; l’altezza limitata di 1,90 m che consente l’accesso ad ogni garage o posteggio sotterraneo; la capienza del vano di carico; le diverse lunghezze XS, M e XL rispettivamente di 4,60 m, 4,9 6m e 5,30 m.

 

 

LA STORIA DEL VEICOLO TIPO G

Dopo il lancio della Traction Avant, nel 1934, Citroën iniziò uno studio sulle potenzialità della trazione anteriore nel mondo dei veicoli per il trasporto commerciale medio e leggero.

Il frutto di questi studi, fu il lancio del TUB: un furgone con motore e trazione anteriore, dotato di un pianale basso e regolare che permetteva il carico di oggetti anche ingombranti grazie alle porte posteriore ed una porta laterale scorrevole.

Ma pochi mesi dopo la presentazione di questo veicolo, la Seconda Guerra Mondiale ne bloccò la produzione e dopo il conflitto Citroën decise di rimettere in produzione questo veicolo dopo aver fatto tesoro delle esperienze del periodo bellico ed il TUB divenne nel 1947 il nuovo veicolo Tipo H.  Il Tipo H fu il primo vero furgone moderno che alla cabina avanzata, la trazione anteriore ed il piano di carico basso e regolare, aggiungeva una modularità totale della parte posteriore, tanto da permettere a Citroën di fornirlo in centinaia di combinazioni tra veicolo corto, lungo, normale, rialzato, trasporto animali, gru, pickup eccetera.

Il Tipo H aveva una portata significativa (850 o 1600kg) ed i prezzi, come i costi di gestione, erano proporzionali. Bisognava offrire un nuovo veicolo per il trasporto leggero che avesse costi di produzione più bassi per poter essere venduto a tutti i clienti in possesso delle versioni furgonate della 5HP, ad esempio, ancora molto diffuse in Francia.

Citroën quindi studiò un furgone più piccolo che riprendesse i principi costruttivi del Tipo H ma con dimensioni esterne nettamente più contenute.

Al progetto fu assegnata la lettera G ed il prodotto che ne derivò fu un furgone di soli tre metri e mezzo di lunghezza, con un passo di due metri ed una larghezza di un metro e settanta. L’altezza di due metri circa a vuoto gli permetteva di passare ovunque potesse passare un’autovettura ed il vano di carico lungo oltre un metro e ottanta permetteva di imbarcare comodamente due pedane standard dell’epoca. La sospensione anteriore era quella della 2CV mentre quella posteriore era simile concettualmente al tipo H, ma ovviamente più piccola e leggera e dotata di barre di torsione verticali.

Il motore era quello derivato da quello della 2CV, portato a 475 c.c. e capace di 18 cavalli di potenza.

Mentre nel 1949 il prototipo iniziava a girare sulla pista segreta della Ferté Vidame,  al Centro Studi aveva preso il via un nuovo progetto: quello della AZU, lettere che stavano per AZ (la 2CV con motore più potente) e U come Utilitaire (veicolo commerciale). Era nettamente più leggera, con un vano di carico spazioso e anch’esso regolare, quindi facilmente accessibile e poteva trasportare 250 kg di carico utile: più del Tipo G che era penalizzato da uno chassis più pesante a parità di potenza disponibile.

Fu subito chiaro che i modelli AZU erano la soluzione ideale e che per il Tipo G, non c’era spazio commerciale, almeno in assenza di un motore con gli ingombri contenuti di quello della 2CV ma con una potenza almeno doppia. Il prototipo rimase alla Ferté Fidame, in attesa di un motore che non arrivò che alla fine degli anni ‘60: quel motore tipo M4 montato prima su AMI6 e poi su AMI8, ma nel frattempo era arrivato il furgoncino tipo AK, sempre su telaio 2CV ma con motore di 602 c.c. ed una portata che raggiunse i 400kg. Nel 1978 AK diventò ACADIANE, coniugando la meccanica più moderna di Dyane con il modulo di carico dell’AK ed il successo di questo furgoncino non terminò che nel 1987.

L’unico prototipo del Tipo G è oggi esposto al Conservatoire Citroën di Aulnay sous Bois, parcheggiato accanto ad un Tipo H furgonato, a memoria di un tempo in cui geniali progettisti e tecnici straordinari, lavorando al tecnigrafo e con il solo aiuto del regolo calcolatore, concepirono il futuro così come oggi lo viviamo.