Giovedì 19 maggio prende il via da Brescia la 34esima rievocazione storica di quella Mille Miglia che fu definita (e viene ricordata) come “la corsa più bella del mondo” e che si disputò per ventiquattro volte tra il 1927 ed il 1957.
Peugeot sarà presente con la 203 guidata da Alberto Donghi, in coppia con Andrea Farina, per rivivere le emozioni delle edizioni del 1953 e 1954.
Nel ’53 la Peugeot 203 condotta da Gino Munaron, in coppia con Lucio Finucci, fu prima della sottoclasse fino a 1300 cc, mentre l’anno seguente una vettura gemella guidata da Paul Giraud e Pierre Allanet si classificò al 64esimo posto assoluto, risultato eccellente in considerazione della cilindrata della vettura e dell’elevato numero degli iscritti: ben 378 di cui solo 182 tagliarono il traguardo d’arrivo.
Come le altre auto in “gara”, la Peugeot di Donghi affronterà in quattro giorni il tragitto che le 203 di Munaron-Finucci e Giraud-Allanet coprirono in un solo, tiratissimo giorno: prima tappa, Brescia – Rimini; seconda tappa, Rimini – Roma; terza tappa, Roma – Parma; quarta tappa, Parma – Brescia, con una prova cronometrata sul leggendario Circuito d’Alta Velocità dell’Autodromo di Monza.
203, l’ “Oca di latta” in salsa francese
Lo studio per quella che sarà la 203, iniziato alla fine del 1944, scarta la trazione anteriore giudicata troppo costosa. Si colloca in un contesto in cui l’acciaio è raro e la benzina cara.
La nuova Peugeot sarà quindi economica nella costruzione grazie a una architettura classica – motore anteriore e trazione posteriore – leggera grazie alla monoscocca, sobria ma brillante, grazie al motore con testata emisferica e con un cambio dalla quarta marcia surmoltiplicata.
La linea, disegnata da Henri Thomas, sarà di ispirazione americana con forme morbide e parafanghi arrotondati simili alla Lincoln di moda Oltreoceano. La 203 viene presentata al Salone di Parigi nell’ottobre 1948, quando la fabbrica di Sochaux è ancora “convalescente” dopo gli eventi bellici.
La preparazione delle attrezzature di produzione è difficile e costosa, anche perché Peugeot vuole ripartire col piede giusto. L’azienda sceglie di acquistare macchinari nuovi ad alto rendimento. Gli obiettivi sono ambiziosi: la capacità di produzione è fissata in 300 vetture al giorno, il tempo di fabbricazione dovrà essere inferiore alle 500 ore al momento del lancio, per poi scendere a 400 e poi a 300 ore nel giro di qualche anno.
Infine, un ritorno alla politica del modello unico, con due tipi di carrozzeria, a passo corto per la berlina e lungo per la versione familiare e commerciale. Tutte le altre versioni, le berline trasformabili, le coupé e cabriolet vengono allestite