Pirelli festeggia il suo 110° compleanno nel Motorsport a Torino, insieme ai suoi campioni: dai maggiori rappresentanti della Formula 1 ad Alessandro Zanardi, pluri-oro olimpico e ora tornato alle corse con un volante in mano e subito vincitore, ovviamente con Pirelli. A Stefano Domenicali, presidente di Lamborghini il cui marchio simboleggia al meglio la ricaduta tecnica e tecnologica del prodotto Pirelli dalle competizioni alla strada. Dal direttore di McLaren F1 allo specialista di pneumatici di Ferrari F1. Ai responsabili dei tre team ai top dei Gran Premi, che commenteranno in video i test che hanno portato ai pneumatici più larghi in pista quest’anno e le prospettive tecniche della F1 2017. Tanti campioni e tanti marchi a ricordare le oltre 2.200 gare e gli oltre 340 campionati (fra auto e moto) che vedono la P lunga protagonista nelle competizioni in tutti i continenti. Un primato, anche questo: come quella Pechino-Parigi dominata 110 anni fa, quando le competizioni erano un concetto ancora tutto da inventare…
Da lungo tempo, ormai, le competizioni sono un palcoscenico di primaria importanza per l’auto e per la moto, per la tecnica e la tecnologia. L’azienda lo intuì già negli ultimi anni dell’Ottocento, quando il fondatore Giovanni Battista Pirelli riconobbe nelle gare motociclistiche un valido banco di prova per il prodotto stradale. Nei decenni, vittoria dopo vittoria e titolo dopo titolo, le corse si sono affermate per Pirelli come il massimo laboratorio di ricerca e sviluppo per i pneumatici stradali. Ecco perché si festeggia questa ricorrenza con una conferenza stampa ospitata dal Museo Nazionale dell’Automobile di Torino: un autentico monumento alle quattro ruote a cavallo di due secoli, nonché sede storica di quella Itala 35/45HP vincitrice a Parigi e che rappresenta l’inizio della storia da corsa di Pirelli firmata P lunga.
Dalla Itala del principe Borghese alla F1 con pneumatici più larghi in gara a partire dall’imminente Gran Premio d’Australia, gara inaugurale del Mondiale 2017: la collana di tesori su quattro e due ruote gommati Pirelli presente al Museo dell’Auto simboleggia i 110 anni di storia delle competizioni. Ma anche una finestra su un presente che vede le corse e il prodotto stradale legati in modo sempre più stretto. Una Porsche 911S Turbo e una Lamborghini Huracàn GT3 simboleggiano nel modo più efficace la contiguità fra il prodotto P Zero (da 30 anni nostro marchio iper-prestazionale) per la strada e per i circuiti.
La Ducati del campionato mondiale Superbike rappresenta con i suoi pneumatici il manifesto di un prodotto che consente alle due ruote di volare in pista, ma che gli appassionati di tutto il mondo possono acquistare nei negozi per garantire massime prestazioni e sicurezza alle loro moto di tutti i giorni. È quest’ultimo il concetto alla base del Prestige Pirelli, che oggi gomma il 50% delle auto di questo segmento. Prestige è una filosofia: simboleggia la missione di Pirelli quale scelta ideale per le auto e moto più performanti, più affascinanti ed esclusive. I successi nelle competizioni a tutte le latitudini sono il biglietto da visita del prodotto che da oggi presentiamo nei nostri P Zero World. Negozi e centri di assistenza mirati alle esigenze specifiche ed esclusive della nostra clientela: il primo è da qualche mese attivo a Los Angeles; altri stanno nascendo in tutto il mondo.
La ricorrenza dei 110 anni in corsa apre anche le porte del Polo Industriale Pirelli di Settimo Torinese. Al suo interno, la tecnologia più avanzata del gruppo. Cuore dell’impianto è infatti il Next Mirs: espressione della produzione industriale all’insegna della massima digitalizzazione, ovvero il cervello dell’uomo reso produttivo da un’innovativa tecnologia (brevetto di Pirelli) completamente robotizzata e dedicata alla produzione di gomme UHP con misure da 19 a 23 pollici. Qui nascono i pneumatici più prestazionali dell’intera gamma P Zero indirizzata tanto alla strada quanto alle competizioni. Ma Settimo Torinese non è soltanto questo. Lo stabilimento produce infatti anche mescole, comprese quelle per i pneumatici di Formula 1. Il tutto, così come per il resto del Polo, all’insegna della massima sensibilità nei confronti delle persone che vi lavorano e dell’ambiente.