L’origine del progetto che nel 1978 porterà alla nascita della VISA, risale alla fine degli anni ‘60, quando la famiglia Michelin, allora proprietaria della maggioranza delle azioni Citroën, pensò ad un’alleanza con la famiglia Agnelli per lanascita di un grande gruppo automobilistico europeo che avrebbe compreso Fiat, Lancia, Autobianchi e Citroën.
L’operazione partì sotto i migliori auspici: Citroën ed Autobianchi integrarono le rispettive gamme di modelli e la rete commerciale, in Italia così come in molti Paesi europei. Anche la collaborazione tecnica tra i due marchi procedeva su solidi binari, gli stessi da cui sarebbe nata una fortunata famiglia di veicoli commerciali e che avrebbe dovuto portare adun’ammiraglia comune, sviluppata prevalentemente su tecnologia Citroën, e ad una vettura media, con cilindrata attorno ai 900 centimetri cubi.
Nel 1969 Fiat acquistò molte azioni Citroën con l’intento di assumerne il controllo: la scalata finanziaria non piacque algoverno francese tant’è che il presidente De Gaulle bloccò l’operazione, con grande disappunto della parte italiana che sidisimpegnò completamente, limitando la collaborazione ai soli veicoli commerciali.
Se da un lato i progetti della Lancia Gamma e della Citroën CX proseguirono su binari separati (solo la scatola cambio rimase in qualche modo la stessa), il progetto della vettura media comune fu cancellato completamente: in Italia, Fiat proseguì facendo nascere la 127, in Francia Citroën decise di congelare gli studi fin lì portati avanti, Il progetto riprese solo nel 1975, dopo gli accordi che portarono alla nascita del gruppo PSA, che riuniva Peugeot e Citroën.
La motivazione che spinse Citroën a rilanciare la progettazione della vettura media era la stessa degli anni ’60, ovvero lanecessità di inserire in gamma un modello che fosse superiore alla Dyane (e di più moderno dell’AMI8) e nel contempoinferiore alla GS, la cui cilindrata era nel frattempo salita da 1015 a 1220 centimetri cubi.
La base meccanica c’era già: quella della Peugeot 104, la cui carrozzeria era stata usata per costruire la LN, dotata del bicilindrico Citroën da 602cc, lo stesso della 2CV e della Dyane.
Il nuovo modello, però, avrebbe dovuto essere più spazioso e potente, quindi, pur riproponendo quasi senza modifiche sospensioni e chassis, per i motori furono scelti il 1124 centimetri cubi della Peugeot 104 ed un inedito bicilindrico Citroën, radicale evoluzione di quello delle Dyane, 2CV, AMI e Méhari, con nuovi cilindri e pistoni, albero motore su tre supporti di banco ed accensione elettronica integrale. La potenza di oltre 35 cavalli a 5250 giri consentiva alla VISA (nome scelto persimboleggiare l’internazionalità della nuova Citroën) di sfiorare i 130 orari con consumi contenuti ed un discreto brio.
Lo stile, derivato dal progetto originario di Robert Opron, fu una delle caratteristiche più discusse della vettura: tipicamenteCitroën, soprattutto all’interno, era dominato da una plancia “space-age” progettata da Michel Harmand caratterizzatadalla presenza di un “satellite” che raggruppava i comandi secondari come quelli del tergicristallo, fari e frecce, lasciandolialla portata delle dita del conducente senza che questi dovesse staccare le mani dal volante.
Frontalmente, il grande paraurti in resina integrava la calandra, mentre posteriormente conteneva i gruppi ottici delle luci di retromarcia ed i fari antinebbia. Il parabrezza era grande, panoramico, servito da un unico tergicristallo, ispirato a quello della sorella maggiore CX.
Dietro, un portellone rendeva comodo l’accesso al vano bagagli che poteva essere facilmente esteso ribaltando il sedileposteriore.
Grazie al lavoro fatto dal centro stile Citroën l’abitabilità della VISA era nettamente superiore a quella della concorrenza dell’epoca, anche alla stessa 104 da cui prendeva pianale e sospensioni.
La presentazione fu fissata per il 1978, quando una nave da crociera partì dalla Francia a fine luglio e condusse oltre 430giornalisti dell’automobile europei fino in Grecia, a Kallithea, dove giunsero alla fine di agosto e dove rimasero per oltre un mese, sino al primo ottobre, alla scoperta delle doti della nuova Citroën, realizzando foto superbe negli splendidi scenaridell’isola.
VISA fu lanciata ufficialmente il successivo cinque ottobre, al Salone di Parigi, declinata in tre versioni che coincidevano conaltrettanti livelli di finitura: VISA Spécial, l’allestimento base, con il motore da 652cc; VISA Club, la versione intermediache conservava il motore bicilindrico ma che offriva accessori di serie come i retronebbia, il tergicristallo posteriore, l’orologiosulla plancia e migliori finiture; VISA Super, la versione “top di gamma”, equipaggiata con il 4 cilindri da 1124cc ed ancor meglio rifinita.
I colori scelti per il lancio erano inconfondibilmente Citroën: accanto al grigio metallizzato, al beige e all’azzurro metallizzato,tutto sommato piuttosto comuni all’epoca, spiccavano lo sgargiante giallo Mimosa, il rosso Geranium, il marrone Vesuve metallizzato, il blu Myosotis ed un incredibile vert Reinette!
Le armonie interne di plancia, rivestimento pavimento e sedili erano, poi, abbinate mirabilmente a ciascuna delle tinte disponibili, costituendo così insiemi omogenei ed armonici di indubbia originalità.
VISA fu lanciata in Francia con lo slogan “Ça, c’est une auto” che venne tradotto in Italia dalla B Communications in“CITROËN VISA. Invece dell’auto”, accompagnato da spettacolari campagne stampa e dai primi spot TV di saporedecisamente “spaziale”.
L’accoglienza del pubblico, specialmente in Francia, non fu delle migliori: le vendite inizialmente non decollarono a causadella linea così innovativa e di alcune soluzioni stilistiche, come il frontale con paraurti e calandra integrati. Per questa ragione, nel marzo del 1981, verranno ridisegnate alcune parti della carrozzeria quali i fari posteriori, modanature e appunto paraurti e calandra.
Nacque così la VISA 2, che fu un successo immediato: le vendite si moltiplicavano, in Francia e nel resto d’Europa! La nuova agenzia pubblicitaria per l’Italia, la Publimarket, cambiò anche lo slogan che divenne “il massimo nel minimo” erealizzò nuovi spot pubblicitari per la TV che resero popolare la VISA anche nel nostro Paese.
La produzione crebbe, le versioni si moltiplicarono e la carriera della VISA proseguì ancora per due anni, fino al 1988, dopoche nell’86 era stata lanciata la sua erede naturale, la Citroën AX, che ne prese gradualmente il posto.