Il parco circolante italiano è tra i più obsoleti d’Europa, questo significa che detiene un potenziale di rischiosità per incidenti derivanti da usura o malfunzionamenti sensibilmente più elevato di quello degli altri Paesi.
“Prorogare la revisione, particolarmente quella di auto, moto e veicoli sino a 3,5 t, peraltro senza giustificati motivi – commenta spiega Vincenzo Ciliberti, presidente di Confartigianato-ANARA, l’Associazione nazionale dei centri di revisione e principale esperto del settore -, e non lo affermo per ‘motivi di cassa’, creerebbe un sensibile innalzamento del rischio su sicurezza, ambiente, nonché un sicuro collasso del sistema tra 10 mesi. Chi se ne accolla quindi la responsabilità? ”
Oggi e per la seconda volta, infatti, l’Unione europea col Regolamento 2021/0049 dà la facoltà ai Paesi membri di prorogare (o meno) di 10 mesi i termini previsti per i controlli periodici dei veicoli. Deroga dalla quale, già nella prima fase, attraverso l’esercizio dell’apposita clausola OPT-OFF ben 23 paesi su 27 si sono sfilati ma non l’Italia. Il legislatore infatti specifica che: “…qualora uno Stato membro a fronte dell’emergenza Covid non debba affrontare difficoltà, o abbia adottato misure nazionali adeguate ad attenuare a limitare tali difficoltà può decidere di non applicare il Regolamento”.
“L’ITALIA SULLE REVISIONI E’ EFFICIENTE E PREPARATA. NON SI DEROGHI SU SCADENZA OPPURE COLLASSO TRA 10 MESI”
“Si consideri – spiega il Presidente nazionale dei centri di revisione – che gli oltre 9000 centri in Italia sono addirittura abbondanti rispetto ad un flusso normale, ergo non si formano lunghe code o attese; che la revisione è di fatto un’operazione drive-through, laddove il cittadino eventualmente attende il suo turno in auto e non entra a contatto con gli operatori, che i centri hanno adottato, anche a tutela dei propri staff tutte le misure igienico sanitarie (es. sanificazione auto); e che comunque – sottolinea Ciliberti – auto e moto continuano a circolare ed ad essere utilizzate anche in situazione di ‘zona arancione’; quindi non si capisce perché dichiarare lo stop alle revisioni, con conseguente aumento della potenziale rischiosità di 6 milioni di veicoli che circolano sulle strade”.
“Preciso – continua il presidente di Confartigianato-ANARA – che non si tratta di una questione economica per la categoria, perché prima o poi gli eventuali veicoli in deroga dovranno comunque sottoporsi a revisione. Semmai – sottolinea Vincenzo Ciliberti – la nostra forte preoccupazione è relativa al fatto che questa eventuale seconda proroga causerà un ulteriore imbuto tra i milioni di veicoli che tra 10 mesi dovranno, considerata la generale attitudine a eseguire il collaudo nell’imminenza della scadenza, fare la revisione contemporaneamente, mandando il sistema al collasso dacché allora non saremo in grado di assorbire tale massa di operazioni, se non con grandi disagi e lunghissime code”.
“Perciò – conclude il presidente di Confartigianato-ANARA – domandiamo al nostro Governo di allinearsi alla linea che assumeranno gli altri paesi e non utilizzare dare luogo alla deroga, anche perché l’Italia e il settore delle revisioni sono ben preparate e per nulla a rischio Covid”.