“Storie Alfa Romeo”, decima puntata – Giulia e Stelvio racchiudono 110 anni di eccellenza italiana

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È una di quelle giornate in cui il cielo sopra il Nordschleife sembra un fondale dipinto. Nuvole maestose si stagliano sopra la corona verde del circuito. L’aria è fresca e asciutta, ideale per mettersi al volante. A due mesi dalla presentazione, Giulia Quadrifoglio è chiamata a dimostrare le sue qualità su una pista che tante volte ha visto Alfa Romeo vincere: il “Grüne Hölle”, l’“inferno verde” del Nürburgring. 

Pare che il soprannome sia stato inventato da Sir Jackie Stewart negli anni sessanta, e non potrebbe essere più appropriato. il circuito sembra disegnato dal diavolo in persona: oltre 70 curve che si avvicendano a rettilinei e saliscendi, con 300 metri di dislivelli.

Nell’area di partenza, Giulia Quadrifoglio è pronta. Non è preparata in modo speciale, non monta gomme “slick”, non ha un roll bar di sicurezza: è esattamente l’auto che chiunque potrà acquistare. Non fosse per il casco, anche il pilota – in jeans e polo – sembrerebbe un guidatore qualunque. Non ci sono luci verdi per dargli il via, né lo aspetta una bandiera a scacchi al termine del giro, ma l’adrenalina è la stessa di una gara: c’è un record da battere.

Il pilota mette l’Alfa DNA in modalità “Race” e inizia a spingere. Si rilassa 7 minuti e 32 secondi dopo. Il tempo è incredibile: ben sette secondi sotto il precedente primato del 2015.

Poco più di un anno dopo, Stelvio fa ancora meglio: al termine del giro il cronometro si ferma 8 secondi sotto il precedente primato di categoria.

Giulia e Stelvio sono la berlina e il SUV più veloci di sempre, su uno dei tracciati più difficili del mondo. Un primato difficilmente eguagliabile.

 

 

Chi è Giorgio?

Siamo nel 2013 quando il nome Giorgio compare per la prima volta sulla stampa di settore: sta per nascere la nuova generazione Alfa Romeo, si legge, e Giorgio è la piattaforma su cui verrà costruita. Il tam-tam sui social è immediato. In tanti si chiedono come nasca il nome. I più romantici ipotizzano un omaggio a Tazio Giorgio Nuvolari. Altri immaginano una scelta personale di Marchionne. Nessuno comunicherà mai il vero motivo. Quel che è certo è che Giorgio sarà a trazione posteriore e integrale, e che avrà obiettivi molto ambiziosi.

L’Azienda pianifica grandi investimenti sulla piattaforma e sullo stabilimento di Cassino, destinato a ospitare la produzione dei nuovi modelli. Soprattutto, organizza le sue migliori risorse tecniche in “think thank” dedicati. Ai progettisti coinvolti chiede di lasciare da parte vecchie regole e abitudini, di pensare fuori dagli schemi, di “credere, sognare e creare”.

 

Chi sono gli Skunks

I team Giorgio si isolano dal resto dell’azienda per concentrarsi esclusivamente sulla nuova piattaforma. Il gergo aziendale dà loro un soprannome, che adottano con orgoglio. Per conoscere questo nome, e la sua origine, dobbiamo fare un passo indietro di settant’anni.

Clarence Leonard “Kelly” Johnson non è un progettista Alfa Romeo, ma la sua storia ci interessa lo stesso. Kelly è un ingegnere aeronautico della Lockheed Martin, e nel 1943 viene messo a capo di un progetto speciale: sviluppare da zero, in sei mesi, un caccia in grado di fare la differenza nei cieli della seconda guerra mondiale. La sfida è impossibile: ma lui accetta, con la condizione di avere carta bianca sul processo da seguire. Al termine del periodo stabilito – anzi, con una settimana di anticipo – consegna lo “XP-80 Shooting Star”, il primo caccia a reazione americano. Il suo team si chiama “Skunk Works”.

Per sé e per il resto dell’azienda, i gruppi di lavoro Giorgio diventano “gli skunks”. Anche loro partono “da foglio bianco”, hanno tempi strettissimi e un compito molto ambizioso: rimettere il guidatore al centro, offrendo un’esperienza di guida degna dei valori e della tradizione Alfa Romeo. Sul loro lavoro si fonda una nuova generazione di prodotti del Marchio.

 

Il lancio della Giulia al nuovo Museo Alfa Romeo

La versione che esprime al massimo le qualità della piattaforma Giorgio è la più sportiva in assoluto, la Giulia Quadrifoglio. L’azienda decide di adottare un approccio top-down, e presentarla per prima.

È un lancio molto atteso, ed è avvolto nel segreto più assoluto: non vengono mai anticipate alla stampa foto o caratteristiche tecniche. E neppure il nome.

La nuova Giulia viene rivelata al mondo il 24 giugno 2015: un giorno speciale per tanti motivi. Perché è il compleanno del Marchio, il 105esimo. Perché nasce un’auto che gli appassionati aspettavano con trepidazione. E perché Alfa Romeo torna ad avere una casa: sulle note del “Nessun dorma” di Puccini, il maestro Andrea Bocelli saluta Giulia nelle sale del rinnovato Museo Storico di Arese. Passato e futuro si incontrano.

 

La nuova Giulia

Gli obiettivi di prodotto sono scritti nella storia del Marchio: motori all’avanguardia e innovativi, una perfetta distribuzione dei pesi, soluzioni tecniche uniche, il miglior rapporto peso/potenza della categoria – e naturalmente un design straordinario, dall’inconfondibile impronta italiana.

I propulsori di Giulia sono tutti nuovi, e tutti interamente in alluminio. Il 6 cilindri bi-turbo benzina della Quadrifoglio eroga 510 cavalli per 600 newton/metro, valori sensazionali per una berlina media quattro porte. Masse e materiali sono progettati per garantire una perfetta distribuzione dei pesi: 50/50 tra i due assi.

Le soluzioni tecniche innovative sono moltissime: tutta la vettura è di nuovo progetto. La sospensione anteriore è a doppio quadrilatero con asse di sterzo semi-virtuale, per rendere più controllabile l’angolo di sospensione e ottenere un’aderenza a terra ottimale: i due bracci inferiori creano un movimento “a forbice” che genera un feeling lineare in tutte le condizioni con un rapporto di sterzo record (meno di 12:1). Sul retrotreno viene introdotto il nuovo schema Alfalink™, un sistema multilink a quattro bracci e mezzo: molto rigido in curva, e al tempo stesso flessibile longitudinalmente. Entrambe sono soluzioni “made in Alfa Romeo”.

 

Leggera e sempre sotto controllo

Per assicurare a Giulia il miglior rapporto peso/potenza, vengono utilizzati materiali ultra-leggeri in tutte le parti del veicolo: alluminio (per basamento e testa motore, componenti di carrozzeria e sospensioni); un composito di alluminio e materiale plastico (per la traversa posteriore); fibra di carbonio (per l’albero di trasmissione, il cofano, il tetto, ma anche per la struttura dei sedili anteriori). Il “body-in-white” pesa solo 322 kg. All’elettronica si chiede di aumentare sicurezza e piacere di guida, ma senza sostituirsi a chi è al volante. Per questo, il team Giorgio sviluppa sistemi specifici con una chiara connotazione Alfa Romeo: dalla trazione integrale Q4 (che interviene autonomamente solo quando serve), all’Integrated Brake System (che gestisce i dispositivi di frenata e il controllo di stabilità), dal Differenziale a Slittamento Lineare (che migliora la risposta in curva), fino al Torque Vectoring (che distribuisce in modo programmato la potenza alle ruote posteriori, migliorando la trazione e la prontezza di sterzo). A coordinare tutte le funzioni, un “supercervello” rappresentato dall’esclusivo Chassis Domain Control.

Le straordinarie doti dinamiche della vettura sono esaltate da un design teso ed essenziale – che rivela la sua italianità nell’armonia elegante dei volumi, e la sua eccellenza tecnica negli straordinari risultati aerodinamici (0,25 di Cx).

 

Che cosa hanno in comune Giulia e la Quadrifoglio

Per creare le loro versioni ultrasportive, quasi tutte le Case arricchiscono il modello base, spesso cambiando elementi strutturali per migliorare i pesi e le prestazioni. Queste macchine sono prodotte su linee separate, e in molti casi da fornitori terzi. Al contrario, Giulia deriva dalla Quadrifoglio – e non solo esteticamente: le due vetture condividono l’architettura, l’utilizzo di materiali leggeri, la maggior parte della meccanica, perfino la linea di montaggio di Cassino. Il risultato è unico sul mercato: ogni Giulia, a partire dalle motorizzazioni di ingresso, ha la stessa ripartizione dei pesi tra anteriore e posteriore, la stessa rigidezza torsionale, gli stessi schemi di sterzo e sospensioni del “top di gamma” sportivo.

 

Stelvio: la prima Alfa Romeo che è anche un SUV

La piattaforma Giorgio non nasce solo per Giulia. È venuto il momento anche per Alfa Romeo di cimentarsi nel segmento degli Utility Vehicles, il più dinamico e aperto alle novità. E nel febbraio 2017 nasce Stelvio, il primo SUV della storia del Brand. La sfida non è semplice: fare un veicolo capace di muoversi con agilità sulla neve e sugli sterrati, senza perdere nulla in termini di prestazioni, handling e controllo della strada. In altre parole: un SUV che si guida come una berlina sportiva. Rispetto a Giulia, il pavimento è più alto, con una posizione di guida più elevata. Aumenta lo spazio a disposizione di passeggeri e bagagli. È maggiore la corsa delle sospensioni, per garantire la giusta altezza da terra nei percorsi fuori asfalto. Anche la carreggiata è leggermente più ampia, per accrescere la stabilità. Ma architettura e meccanica rimangono le stesse, così come la gamma motori e i sistemi elettronici. Il risultato è una vettura che ha “un’anima Alfa Romeo in un corpo da SUV”. Una combinazione che sorprende tutti, e regala emozioni di guida uniche.

 

La sportività elegante

Giulia e Stelvio rappresentano l’eccellenza nei loro segmenti in termini di prestazioni e risposta dinamica. L’impianto tecnico di base è – e rimane – all’avanguardia. Perciò per il Model Year delle due vetture i progettisti Alfa Romeo spostano la loro attenzione sull’esperienza di bordo, che deve essere sempre più piacevole, sicura e connessa. Il Marchio va alla riconquista del suo tradizionale territorio: la “sportività elegante”. Un concetto che abbiamo visto ricorrere nelle storie Alfa Romeo di ogni epoca: non la “premiumness” di chi ostenta una ricchezza senz’anima – piuttosto il perfetto equilibrio tra forma, funzione e divertimento di guida. Il lancio di Giulia e Stelvio MY20 segna un altro passo in questa direzione.

 

Giulia e Stelvio Model Year 2020

Sulle nuove Giulia e Stelvio, le soluzioni più avanzate vengono messe al servizio del comfort e di un piacere di vivere tipicamente italiano. Gli interni delle due vetture sono ridisegnati per migliorare ancora qualità ed eleganza. La connettività diventa protagonista, grazie al sistema di infotainment con touch-screen da 8,8 pollici e una facilità d’uso da smartphone. L’offerta telematica è completata da una suite di servizi Mopar per la gestione dell’auto in remoto.  Ancora più importanti sono le novità nel campo della tecnologia di guida. I nuovi ADAS (Advanced Driving Assistance Systems) segnano il passaggio dal primo al secondo livello di autonomia: i sistemi non si limitano a informare chi è al volante, ma diventano attivi in caso di necessità, esaltando la sicurezza delle vetture.

 

 

Le Alfa Romeo più premiate di sempre

Nell’arco di cinque anni, Giulia e Stelvio diventano le Alfa Romeo più premiate di sempre: 170 riconoscimenti internazionali – assegnati da testate specializzate e media generalisti, votati da giurie di esperti o direttamente dai clienti, dedicati all’innovazione o allo stile. A partire da “Eurocarbody of the Year” 2016, dedicato al miglior progetto di architettura veicolo, per continuare con i numerosi premi per lo stile e il design. La bacheca è piena, e i premi continuano ad arrivare: come il “Performance Car of the Year 2020”, che la giuria di esperti di “What Car?” ha assegnato a Giulia Quadrifoglio per il terzo anno consecutivo, dopo averla confrontata con sportive di tutte le fasce del mercato. La motivazione è giusto motivo d’orgoglio per i progettisti Alfa Romeo: “una vettura ad alte prestazioni che si può guidare tutti i giorni”.