Via Coppino, una delle arterie lungo cui si sviluppa il Versilia Yachting Rendez-vous che dal 9 al 12 maggio animerà Viareggio, ha una caratteristica quasi unica al mondo, condivisa solo con le vie che la circondano. Lungo i suoi quasi 1000 metri convivono alcune delle più importanti realtà dell’industria nautica mondiale e piccoli artigiani, magari meno noti a chi non frequenta direttamente la città, ma fondamentali per creare l’humus in ci si sviluppano molti dei migliori prodotti della cantieristica nautica.
Per esempio la Comunione Ereditaria di Bertacca Egisto, conosciuta come Forniture navali Bertacca, fondata dal capostipite Italo Bertacca ormai 100 anni fa, alla fine della Prima Guerra Mondiale come rimessaggio e riparazione di piccole imbarcazioni e punto di assistenza per i maestri d’ascia e calafati dell’epoca. Nel secondo dopo guerra, con l’aiuto del figlio Egisto, arriva l’apertura di un magazzino per la vendita dei prodotti inerenti la manutenzione dei rinomati motovelieri viareggini e delle barche da pesca. Negli Anni 60 il primo boom della cantieristica rinnova ancora la merceologia della vendita e inizia la collaborazione della terza generazione familiare fino ad arrivare ai tempi attuali.
Come opera quello che di fatto è un negozio che si trova là dove nascono gli yacht? Lavora solo localmente o con il fatto di essere in mezzo a gente che fornisce tutto il mondo anche lui fornisce tutto il mondo?
Risponde Italo Bertacca, attuale guida dell’attività: «La clientela è sicuramente internazionale, una buona fetta. Inoltre abbiamo anche spedizioni all’estero, ma di solito li accogliamo qua, i clienti».
In sostanza via Coppino è un luogo particolare in cui convivono aziende mondiali e negozi locali quando sembra che il mondo globalizzato debba escludere il negozio sotto casa, come possono coesistere queste due realtà apparentemente antitetiche?
«Avere dei cantieri cosi importanti intorno a noi catalizza clienti internazionali e quindi globali in un certo senso lo siamo anche noi. Trovare un po’ tutto quel che serve nello stesso posto avvicina anche le persone a un piccolo negozio; sono articoli talmente vari e particolari quelli che compongono una barca che spesso l’armatore li vuol toccare con mano e quindi preferisce venire in negozio», spiega Bertacca. E quando si parla di toccare con mano, quando ci si riferisce alle sensazioni tattili, la mente va subito ai tessuti che tanta parte hanno nel costruire l’immagine completa degli interni di uno yacht. Fabricline è una storica tappezzeria che si affaccia su via Coppino. Si occupa della realizzazione di prodotti tessili, pellami e cuoio su misura customizzati a seconda dell’esigenza e del gusto dei diversi vari clienti che possono essere armatori con le rispettive mogli, architetti e persino equipaggi. Racconta Antonio La Mattina, fondatore dell’azienda: «Durante la realizzazione delle loro imbarcazioni, fanno visita al nostro show room dove hanno la possibilità di scegliere secondo il consiglio dei loro architetti e seguiti da un nostro team di persone qualificate prodotti che spaziano dalle moquette, alle tende, dai divani, alle poltrone, fino ad arrivare ai copriletto e ai set di spugne, tutte personalizzate e confezionate artigianalmente».
Ma dallo yacht si arriva anche ad altre attività? Quanto si può ampliare la clientela e le possibilità di business lavorando in via Coppino?
«Ogni anno la darsena è transitata da yacht di ogni tipo realizzati a Viareggio o in transito per lavori di refit, con il loro seguito di armatori di ogni nazionalità e i rispettivi equipaggi. Molto spesso nasce una fiducia del cliente nei nostri confronti che oltre alle forniture per lo yacht ci commissiona e ci rende partecipi di altri progetti su case e ville private», dice il signor Antonio che continua, «La via è sempre stata un punto strategico della nautica viareggina, è la nostra terrazza sul mare. Cantieri nautici, artigiani tessili, artigiani del legno, artigiani del ferro e altri professionisti formano insieme la forza della nautica versiliese, forza stabilmente affermata sia a livello nazionale sia mondiale, perché in grado di realizzano su richiesta quello che viene loro commissionato. Questa è la realtà della nostra darsena, persone in grado di collaborare per lo sviluppo di questo magnifico settore. Capace di mettere in moto tutta l’altra parte della realtà viareggina legata non solo alla nautica, ma anche alla ricezione come le strutture alberghiere, la ristorazione e le città d’arte che circondano la Versilia. Inoltre il Versilia Yachting Rendez-vous in fatto di presenza di pubblico e di visibilità ha riscosso un grande successo, dando risalto a questa zona e alle aziende presenti».
Dal fornitore a chi funge da collettore di tante richieste: il cantiere navale. Overmarine, creatore dei famosissimi open Mangusta, cui si sono affiancate nel tempo anche altre linee di yacht nasce proprio qui. Abbiamo chiesto a Katia Balducci, ad di Overmarine Group che cosa rappresenta via Coppino per chi raccoglie tutti i frutti delle tantissime competenze che insistono su in quest’area?
«Viareggio è considerata, giustamente, la capitale dei grandi yacht. Via Coppino ne è il cuore pulsante: attorno ci sono i cantieri e le aziende che rendono lo yachting italiano un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo mentre qui si incontrano i professionisti, i key player, chiunque fa parte di questo settore».
Ma è merito dei cantieri se c’è via Coppino o è merito della via se ci sono i cantieri?
«Direi che è merito dei cantieri, che in questa parte della città hanno trovato gli spazi e le condizioni favorevoli per svilupparsi e crescere», spiega la manager, che aggiunge: «Dai designer, che progettano le imbarcazioni, ai cantieri, che le costruiscono, passando per le ditte artigiane, che si occupano delle diverse lavorazioni, i fornitori di accessori, tessuti, materiali vari e gli esperti in tecnologia fino ad arrivare a chi veste gli equipaggi. Via Coppino è un esempio perfetto di filiera a chilometro 0. Un vanto».
Filiera in grado di unire realmente tradizione e innovazione, come dimostra YES GROUP azienda creta qui in via Coppino da Roman Taraschievich per occuparsi di progettazione, installazione, di Audio/Video, IT e sistemi di comunicazione per yacht privati, offrendo servizi che vanno dallo sviluppo e programmazione di software, fino al supporto tecnico e all’assistenza in loco. Spiega il fondatore: «essendo noi dove ci sono gli approdi delle barche capitano dei clienti che entrano in show-room e abbiamo così il contatto diretto con equipaggio e armatore».
Qual è il punto di forza di un’azienda come la vostra?
«Sicuramente per il nostro lavoro è fondamentale rimanere aggiornati sulle ultime tecnologie di tendenza e quindi essere appetibili per un pubblico internazionale, ma quello che può fare la differenza è la capacita tutta nostra italiana di sapersi inventare soluzioni e risolvere problemi velocemente e in modo creativo. Lavorando anche all’estero si nota quanto sia meno probabile trovare così tanta capacità creativa, così tanta inventiva».
Innovazione e tradizione, si diceva e cosa c’è di più tradizionale del metallo? Niente come presenza a bordo, molto se si considera come il metallo è lavorato e trattato. La NUOVA BENYACHT è un azienda specializzata nella lavorazione dell’acciaio inox, anche con realizzazione di prodotti finiti, dell’alluminio e con un’attiva l’officina meccanica. A Mauro Agostini che la amministra abbiamo domandato quanto conta essere proprio al centro della produzione di imbarcazioni.
«La vicinanza è un vantaggio, abbiamo il cantiere Benetti a 10 metri, per dirne solo uno. Siamo nel cuore della darsena e lavoriamo un po’ per tutti: essendo nel mezzo la logistica ci premia sicuramente. In più ci facilita anche sul post vendita quando le barche tornano in porto: siamo l’officina di refitting di riferimento».
Cosa è che vi contraddistingue?
«La nostra forza è la qualità e la celerità degli interventi. Il nostro prodotto è di nicchia e continua a vivere soprattutto per quello, il nostro lavoro come Benyacht è un lavoro veramente artigianale, con le mani; le macchine ci supportano ma senza le maestranze non si va da nessuna parte. Così come la capacità di essere sempre pronti a dare al cliente quello che neanche si aspetta. Prenda Bertacca, per esempio. Loro lavorano bene perché hanno veramente tutto… ho degli amici a Miami che mi chiamano perché là non c’è nulla di quello che vorrebbero: la mesticheria da loro non esiste. Ma le dirò di più anche a Livorno dove s’è spostata parte di Benetti queste cose qui non si trovano, non c’è un Bertacca a Livorno. Così come gli artigiani che sono qui non ci sono altrove: l’artigiano è di nicchia ma non se ne può fare a meno. Soprattutto se si vuole dare un prodotto di qualità altissima, condizione fondamentale per stare sul mercato, altrimenti è impossibile. Vanno veramente creati degli artigiani su misura, non ci si improvvisa. Quando arriva un ragazzo ha bisogno di un anno e mezzo per iniziare a essere un minimo formato».
La luce che si riflette sugli acciai degli yacht nati a Viareggio (ma non solo) è spesso prodotta dagli impianti realizzati e installati da Cantalupi, azienda nata nel 1951 per opera di Bruno Cantalupi e oggi ripartita in tre società: Cantalupi Electric System, proprio di fronte al cantiere Benetti, Cantalupi Lighting, con show-room sempre in via Coppino, Cantalupi Usa cui si aggiunge una start up del 2015 che realizza apparecchiature elettriche ed elettroniche per yacht. Oggi questo nome è uno de riferimenti mondiali dell’illuminazione e degli impianti elettrici di bordo, quanto ha contato per un’azienda del genere trovarsi in una delle capitali della costruzione di navi da diporto? Ci illustra Leonardo Cantalupi, amministratore del Gruppo Cantalupi:
«Ha contato sicuramente molto perché oggi Viareggio per mezzo dei cantieri è uno dei riferimenti assoluti per il diporto, quindi quando ci troviamo all’estero e ci chiedono qual è il nostro background è molto facile far comprendere da dove si viene. Purtroppo devo dire che come biglietto da visita Viareggio era più spendibile prima, ora un po’ meno. Sono un po’ critico perché si potrebbe fare di più, stiamo perdendo terreno, ci sono delle realtà, soprattutto nord europee, che si sono sapute organizzare molto bene e questo va a nostro discapito. Noi siamo obbligati a riguadagnare terreno, ma da sola la piccola-media impresa non lo può fare, per forza di cose il traino devo farlo i cantieri. È un obbligo tornare a essere competitivi, ma questo riguarda tutto il sistema Italia».
Quindi è merito dei cantieri se esiste via Coppino?
«Direi piuttosto il contrario. Prima questi producevano internamente tutto, oggi sono delle organizzazioni di coordinamento in cui organizzano quello che sarà la nave, le artigianalità sono esterne, il cantiere è una struttura organizzativa»
Un posto così particolare in cui convivono aziende mondiali e realtà locali quando sembra che il mondo globalizzato debba escludere il negozio sotto casa, come può esistere?
«Bisogna tenere conto di due aspetti. Uno, oltre ai cantieri a Viareggio esiste oggi un porto turistico per cui c’è bisogno di assistenza, ferramenta, illuminazione ecc ; due, quelle locali sono artigianalità che permettono al cantiere di poter offrire una personalizzazione estrema. Gli stessi cantieri vanno in quel centro commerciale naturale che è via Coppino perché lì trovano tutte le realtà che possono assisterli per realizzare ciò che hanno immaginato, per velocizzare il processo di costruzione e realizzazione», dichiara Leonardo Cantalupi.
E come in ogni centro commerciale che si rispetti, in via Coppino si trova davvero tutto quello che serve agi yacht dalla nascita all’uso quotidiano, come il rifornimento di carburanti e lubrificanti, i principali “alimenti” di ogni yacht. La Termopetroli, con ormai sedi in tutto il Mediterraneo e attività in tutto il mondo, ha nel suo pay off bunker & ecology: rifornimento ed ecologia. Sembra un ossimoro… ma, spiega Francesco Biancini, Responsabile Commerciale dell’azienda: «Noi limitiamo l’impatto di qualcosa che potrebbe essere molto più impattante. Ci occupiamo di pulizia delle cisterne delle imbarcazioni e delle sale macchine da tutti i residui che può lasciare l’olio o i carburanti: quello che è l’inquinamento della barca. Noi forniamo gasolio alle imbarcazioni e abbiamo anche un’altra società che si occupa di pulizie della cassa delle cisterne e della sala macchine».
Quanto il vostro lavoro è influenzato dal fatto che ci sia una via Coppino?
Via Coppino ci ha aiutato molto ad avere visibilità, prima eravamo nella parallela, via Paolo Savi, ma quei 300 metri in linea d’aria ci hanno permesso di entrare nel cuore della darsena e abbiamo ottenuto ottima risultati. Via Coppino è sinergia è l’unione fa la forza: in via Coppino funzionerebbe anche una farmacia».