
Il 2024 si è rivelato un anno complesso per Mercedes-Benz, con un calo dei profitti del 28,4% a 10,41 miliardi di euro e una contrazione delle vendite globali del 4%. In particolare, il mercato cinese – cruciale per il costruttore tedesco – ha registrato un declino del 7%, complice la crescente concorrenza dei marchi locali come BYD, che ha aumentato le proprie consegne del 41% nello stesso periodo (Fonte: Le Journal de l’Automobile).
Il lusso non basta: crollano i margini di profitto
Mercedes-Benz aveva puntato molto sulla fascia alta del mercato, ma le vendite dei modelli premium sono diminuite del 14%. Questo ha portato il margine di profitto sulle vendite all’8,1%, un valore in forte calo rispetto al 14,6% del 2022 e il 12,6% del 2023. Le previsioni per il 2025 non sono incoraggianti, con un’ulteriore flessione stimata tra il 6% e l’8%.
Ma il vero campanello d’allarme riguarda i veicoli elettrici: le consegne globali di EV Mercedes sono precipitate del 23%, fermandosi a 185.000 unità. Un dato preoccupante, soprattutto se confrontato con il diretto concorrente BMW, che ha registrato vendite più che doppie nello stesso segmento.
Cambio di strategia: stop all’elettrico totale entro il 2030
Di fronte a questi risultati, Mercedes-Benz ha deciso di rivedere la propria strategia, ridimensionando l’ambizione di diventare un marchio full-electric entro il 2030. Il nuovo piano prevede il lancio di più modelli benzina e diesel rispetto alle auto elettriche, con l’obiettivo di migliorare i margini e ridurre il rischio legato alla domanda instabile di EV.
Un ulteriore segnale arriva dalla divisione Mercedes-Benz Vans, che ha annunciato una frenata sulla transizione elettrica per contenere le perdite e mantenere competitività nel mercato dei veicoli commerciali.
Taglio dei costi e rilocalizzazione della produzione
A novembre 2023, il gruppo aveva già avviato un piano di austerità volto a risparmiare miliardi di euro all’anno. Ora l’obiettivo è ridurre del 10% i costi di produzione entro il 2027, con la speranza di riportare i margini operativi a doppia cifra.
Tra le misure previste:
- Riduzione della capacità produttiva delle fabbriche tedesche da 1 milione a 900.000 veicoli;
- Delocalizzazione della produzione di un modello compatto in Ungheria, dove i costi sono inferiori del 70%;
- Aumento della produzione locale in USA e Cina per mitigare l’impatto di eventuali dazi sulle importazioni, in particolare quelli annunciati dall’ex presidente americano Donald Trump.
Attualmente, il 60% delle auto vendute negli USA e in Cina viene prodotto in loco, ma Mercedes-Benz punta a portare questa quota al 70%. A conferma di questa strategia, la fabbrica americana di Tuscaloosa (Alabama) riceverà un nuovo modello per affiancare la produzione di EQE, EQS, GLE, GLE Coupé e GLS Maybach.
Il futuro secondo Ola Kallenius
Durante la presentazione dei risultati finanziari, il CEO di Mercedes-Benz, Ola Kallenius, ha sottolineato come gli Stati Uniti rappresentino un’area chiave per la crescita:
“Dopo decenni di successi negli Stati Uniti, vogliamo investire di più in questo mercato. Ci stiamo chiedendo quale sarà il nostro prossimo grande modello per questa regione.”
In definitiva, Mercedes-Benz si trova a un bivio cruciale: tornare a puntare su benzina e diesel potrebbe sembrare un passo indietro, ma si rivela una scelta necessaria per garantire stabilità finanziaria e competitività nel breve termine. Resta da vedere se questo cambio di rotta basterà a riportare il marchio della Stella ai fasti di un tempo.