
Mercedes-Benz ha scelto Roma per il debutto mondiale della nuova CLA 2026, berlina premium simbolo di tecnologia e lusso del marchio. La presentazione del 13 marzo ha puntato soprattutto sull’innovazione digitale e sull’elettrificazione, ma ha volutamente trascurato un aspetto centrale: i dettagli sulle motorizzazioni termiche, che rappresenteranno ancora una larga fetta delle vendite europee.
Secondo la rivista tedesca Auto Bild, dietro questo silenzio c’è una scelta precisa: i motori benzina della nuova CLA saranno prodotti esclusivamente in Cina. La decisione riguarda il motore M252, un quattro cilindri da 1.5 litri, progettato in Germania ma costruito dalla joint venture Mercedes-Geely Aurobay. Questa scelta consente alla Casa di Stoccarda di ridurre i costi e rafforzare la presenza sul mercato asiatico.
L’M252 resta comunque un esempio d’ingegneria avanzata: pesa appena 140 kg, utilizza il ciclo Miller ad alta efficienza, dispone di filtro antiparticolato Euro 7 e offre tre livelli di potenza (136, 163 e 190 CV) con sistema mild hybrid a 48V. Nonostante ciò, Mercedes ha preferito non menzionare la provenienza cinese durante il lancio romano, una scelta comunicativa strategica volta probabilmente ad evitare dibattiti delicati per il pubblico europeo.
Ma perché la stampa automotive italiana non solleva questo tema? Davanti a un panorama giornalistico italiano schierato in buona parte contro l’elettrico considerato il male assoluto la crisi dell’auto, definisce “stupenda” la nuova CLA e ne esalta la tecnologia, ci chiediamo perché nessuno affronti apertamente la questione della provenienza dei motori termici, un aspetto cruciale per molti clienti premium. Possibile che nel settore automotive italiano si preferisca evitare una riflazione più approfondita su come la globalizzazione produttiva possa influenzare l’identità e il valore percepito di un marchio storico come Mercedes?
Mercedes-Benz si trova ora davanti a una sfida comunicativa cruciale: convincere i suoi clienti europei che qualità, prestazioni e innovazione contano più del marchio “Made in Germany”. La CLA 2026 diventa così un importante banco di prova per capire se il lusso premium europeo riuscirà a conciliare globalizzazione produttiva e tradizione identitaria.
Resta aperta la domanda: il lusso Mercedes resisterà al dibattito sulla provenienza dei suoi motori?